Pedro Rodriguez
Nonostante siano passati diversi decenni dalla sua morte, Pedro Rodríguez è tutt’ora considerato uno dei migliori piloti sul bagnato. La sua storia è una di quelle troncate troppo presto da un infausto destino e si lega a doppio filo con un’altra giovane vita spezzata, quella del fratello Ricardo.
Le prime corse. La passione per i fratelli Rodríguez per la competizione è assecondata dal ricco papà. Pedro e il fratello minore Ricardo si appassionano alla velocità, prima con le due ruote – diventando campioni messicani di motociclismo – e più avanti anche con le quattro ruote. In particolare, Pedro Rodríguez vince il titolo di campione nazionale di motociclismo nel 1953 e riesce a far il bis l’anno seguente, mentre per il debutto sulle auto da corsa attenderà fino al 1957. Appena diciottenne prende parte alla 24 Ore di Le Mans con una Ferrari 500 Testa Rossa, dando così il via a una lunga carriera con le Sportscar. Nel 1962, durante le prove del GP del Messico, il fratello Ricardo muore in un tragico incidente. Pedro è sconvolto e riduce drasticamente la sua attività sportiva, dedicandosi per lo più all’attività di importazione di automobili a Città del Messico. Ci metterà del tempo a elaborare il lutto e cedere al richiamo della sua passione per il motorsport, tornando a correre con vetture a ruote coperte.
L’approdo in F1. Pedro Rodríguez arriva in Formula 1 alla fine del 1963 insieme alla Lotus, prendendo parte – senza fortuna – ai Gran Premi di Stati Uniti e Messico. Nelle tre stagioni successive fa qualche apparizione sporadica su una Ferrari gestita dal NART (North American Racing Team) e con la Lotus, raccogliendo qualche piazzamento. Al primo GP della stagione 1967, sul circuito di Kyalami, Pedro Rodríguez si qualifica quarto e ottiene poi una tanto sorprendente quanto fortunosa vittoria che gli vale il rinnovo contrattuale con il team Cooper per il resto della stagione. Quello non è l’unico successo di Pedro in F.1, perché il messicano è riuscito a imporsi anche al Gran Premio del Belgio 1970, sull’insidiosa pista di Spa-Francorchamps. Quell’anno sfiora il successo anche nel GP degli Stati Uniti, ma un problema tecnico lo costringe al ritiro.
I successi più belli. I trionfi più belli di Pedro Rodríguez non sono però quelli legati alla sua esperienza in Formula 1, quanto alla sua attività con gli sport prototipi. In tutta la sua carriera ha preso parte a quattordici edizioni della 24 Ore di Le Mans ed è riuscito anche a conquistare la vittoria assoluta nel 1968 su una Ford GT40, in coppia con Lucien Bianchi. Una delle sue vittorie più belle è datata 1970: sul circuito di Brands Hatch dà sfoggio di tutto il suo talento sotto la pioggia battente portando la Porsche 917 al successo, uno dei quattro di quell’anno nel Mondiale Sport Prototipi. Purtroppo, la carriera di Pedro Rodríguez si conclude in maniera tragica, come era già successo al fratello: nel luglio 1971, muore nel corso di una gara minore che stava disputando in Germania. Aveva 31 anni.
In memoria dei fratelli da corsa. Subito dopo la morte di Ricardo, il circuito di Città del Messico era stato ribattezzato in suo onore. Ma successivamente alla triste scomparsa di Pedro, la denominazione della pista è cambiata in Autodromo Hermanos Rodríguez. Due grandi talenti del motorsport che hanno ispirato nuove generazioni di piloti messicani: oggi, tanti anni dopo la loro triste scomparsa, i fratelli Rodríguez sono ancora celebrati come dei grandi talenti perduti di questo sport. Tramite la Scuderia Rodríguez, la famiglia mantiene viva la loro memoria.