La Giulia era sacrosanta. Doverosa, verrebbe da aggiungere, perché condensa e cala nell’oggi 107 anni di storia. Un modo per dire che il punto di (ri)partenza non poteva che essere quello. I tempi sono tempi, però, e nel 2017 non è immaginabile fare a meno di una sport utility. Non nell'accezione più bolsa del termine, ché quegli oggetti con la trazione integrale utili soltanto ad andare sulla neve senza patemi appartengono ormai al passato. Oggi le Suv sono (anche) altro. Per lo meno alcune di loro, quelle per le quali ha senso parlare di qualità stradali, di piacere di guida e di tutto ciò che serve a strapparle all’idea del puro mezzo di trasporto. In materia, per non sbagliare, si può partire dai soliti tre marchi tedeschi, ma all’Alfa Romeo, durante lo sviluppo della loro prima Suv, hanno tenuto come riferimento soprattutto la Jaguar F-Pace e la Porsche Macan. Il motivo è semplice: quando sei un’Alfa, e di nome ti chiami Stelvio, con le curve ci devi saper fare davvero. Dal punto di vista stilistico, nel frontale la Giulia è lì da vedere: le assonanze sono notevoli, volute, cercate. La sezione verticale è più ampia, ovviamente, ma questo non scalfisce il dinamismo dell’insieme. Che mantiene un bell’equilibrio anche nel padiglione e nella coda: secondo le prospettive, qui gli echeggiamenti riguardano la Giulietta e la Maserati Levante. Ma non vorrei che tutti questi riferimenti vi portassero sulla strada sbagliata: la Stelvio non ha nulla della scopiazzatura. Ha una personalità sua, oltre che molto forte. E un dinamismo, già da fermo, che è una schiettissima dichiarazione d’intenti. Pure dentro, il Giulia style si nota non appena si apre la porta. Plancia, tunnel, pannelli porte rivelano subito le convergenze con la berlina. Anche se poi tutto è a un livello più alto, affermazione da intendere sotto un profilo duplice: quello della qualità (perché in questi mesi sono state sistemate le piccole cadute presenti sulle prime Giulia) e quello della posizione di guida. Il sedile è stato rialzato di 12 centimetri rispetto al pavimento, che salgono a 19 complessivi se si prende la misura dal piano stradale. Una differenza molto evidente, che non farà la gioia dei clienti più sportivi, probabilmente favorevoli a un posto guida come quello della quattro porte d’origine, ma che piacerà al resto del pubblico: la maggior altezza non snatura l’impostazione generale, in fondo, ma regala molto in termini di padronanza della strada e del traffico…

Le auto che fanno manovra da sole non sono più una novità. E in alcuni casi, ormai, l'operazione riesce persino senza il guidatore a bordo. Ma non tutti i sistemi funzionano con la stessa efficienza. È come dimostra questo test, probabile che non ci sia una persona al mondo a cui piace parcheggiare. La manovra di per sé è ostica, noiosa e a volte, in realtà, tutt'altro che facile. Bisogna conoscere bene la propria automobile, prendere con attenzione, e spesso con molta fretta, le misure del posto dove ci si vuole infilare e cimentarsi in retromarcia girandosi sul sedile per vedere meglio. I sensori e le telecamere danno una bella mano, indubbiamente, ma l'idea che l'auto possa fare tutto da sola è, da sempre, quanto mai affascinante. I sistemi di parcheggio automatico non sono una novità, esistono ormai da parecchi anni, ma soltanto di recente hanno raggiunto un livello tale da renderli realmente utilizzabili. Merito del continuo progresso dell'elettronica, che ovviamente sovrintende a tutte le operazioni, e della sensoristica sempre più attenta e precisa quando si tratta di segnalare in modo acustico, o con immagini ad alta definizione, lo spazio realmente a disposizione per posteggiare. E poi, ormai, questi sistemi hanno costi accettabili: da qualche centinaio di euro per quelli più semplici, offerti generalmente come upgrade del pacchetto che prevede i sensori o la telecamera, fino a oltre mille per quelli più raffinati e completi. Il funzionamento, almeno in teoria, è semplice: una volta attivato, il sistema individua, o meglio cerca d'individuare, un posto libero, lo misura e, se ci sono le condizioni necessarie e sufficienti per parcheggiare, dà il via all'operazione. Di norma il dispositivo s'impadronisce dello sterzo e lascia al guidatore il compito di fare retrocedere e avanzare l'auto secondo le indicazioni che gli vengono comunicate con dovizia di particolari dalla strumentazione di bordo. Ma ci sono anche sistemi più evoluti che fanno tutto da soli: azionano lo sterzo, inseriscono la marcia avanti e la retro, accelerano e frenano. Al guidatore resta comunque la responsabilità della manovra. Pertanto chi è al volante deve tenere continuamente sott'occhio lo scenario, alternando lo sguardo tra gli specchietti e la telecamera, se presente, e prestando attenzione al suono dei sensori. Perché, per quanto evoluti, questi sistemi non sono ancora in grado di sostituire al 100% l'uomo…

Guidare auto di lusso, ma soltanto per 24 ore o una settimana: ecco la fotografia di un fenomeno di nicchia apprezzato da professionisti, turisti stranieri e appassionati. Che ci fosse spazio per le necessità spirituali dei “petrolhead” anche nell’universo freddo e distaccato del noleggio a breve termine, la Ford e la Hertz l’avevano capito già mezzo secolo fa. Nel 1966, con una memorabile operazione di co-marketing, come si direbbe oggi, i due colossi statunitensi offrivano la possibilità di noleggiare una Mustang Shelby GT 350H (H per Hertz, appunto) per 17 dollari al giorno più 17 centesimi per miglio. Attenzione, una Shelby, non una Mustang qualsiasi: motore V8 Cobra 289 da 310 cavalli e gomme Goodyear Blue Streak. A leggere le cronache del tempo, accedere a “Rent-A-Racer”, questo il nome dell’iniziativa, doveva essere un’esperienza della quale vantarsi per anni, se non per decenni. Tanto da indurre le aziende di Dearborn e Chicago a replicare il sodalizio nel 2006 e nel 2016. Dalle nostre parti, quello del noleggio di supercar è invece un fenomeno relativamente recente. Nessuno, invece, s'azzarda a definire con esattezza le dimensioni del fenomeno: per la Hertz, operativa in Italia dal 2013 con la sua Dream Collection, si tratta di alcune centinaia di noleggi all'anno, con un incremento del 5% nel 2016, per lo più concentrati nel periodo da maggio a settembre. L'Avis, entrata in questo business del lusso alla fine dell'anno scorso, si limita a riferire che le loro auto, messe a disposizione dalla Cima Luxury di Roma, vengono noleggiate per il 70% del tempo, quasi sempre d'estate. Ci spiega Angelo Brienza, responsabile marketing e vendite dirette dell'Avis Budget Italia, che da noi questo mercato “è nato intorno agli anni 80, soprattutto al Nord e nella vicina Svizzera, alimentato per lo più dal mito della Ferrari, e si è sviluppato negli anni 2000 con il turismo russo”. In effetti, il cliente tipo, conferma Saverio Castellaneta, amministratore delegato di Primerent, la società che fornisce in Italia il servizio di noleggio per conto della Hertz, “è composto principalmente da stranieri che organizzano il loro viaggio esclusivo in Italia e che rappresentano un profilo d’élite abituato a ogni tipo di confort”. Pure le aziende pare si affidino all'inscalfibile appeal delle supercar per ravvivare le menti dei propri dipendenti durante gli eventi di team building. E poi ci sono schiere di genuini appassionati, gente che magari risparmia per una vita o che divide le spese con un amico (la seconda guida è sempre gratuita) per l'effimera soddisfazione di rimanere incollati al sedile di una Rossa anche solo per 24 ore. O anche quelli che, come sostiene Massimiliano Archiapatti, amministratore delegato di Hertz Italiana, «noleggiano questo tipo di auto non solo per piacere, ma pure per necessità: professionisti tra i 40 e i 50 anni che hanno deciso per svariate ragioni di rinunciare all’auto di proprietà e di avvalersi di questo tipo di noleggio secondo le esigenze, scegliendo il modello che più si addice a ciascuna occasione». Supercar on demand, praticamente: oggi una Porsche 911 Cabrio, domani una Range Rover Sport, dopodomani chissà. A conti fatti, fra superbolli, polizze assicurative, tagliandi e fastidi vari non quantificabili, potrebbe persino essere conveniente. Non per caso, infatti, sono in aumento le richieste di noleggio di supercar trimestrale…

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