Abolire il superbollo, un "fallimento" che ha fatto perdere allo Stato 140 milioni di euro in minori entrate fiscali e mancati introiti. È la richiesta delle associazioni della filiera automotive al ministero dell'Economia e delle Finanze, contenuta in una lettera congiunta scritta da Anfia (produttori italiani), Aniasa (autonoleggio), Assilea (leasing), Federauto (concessionari), Unasca (agenzie) e Unrae (costruttori esteri). Un appello che si aggiunge alla proposta dell'Agenda Quattroruote per introdurre la detraibilità e la deducibilità delle spese di acquisto e manutenzione delle auto, tornata in pista nelle scorse settimane dopo le prime aperture del governo.
Le perdite. La storia è nota. L'addizionale erariale sulla tassa automobilistica è stata introdotta a luglio 2011, retroattiva sull'intero anno e applicata ai veicoli di potenza superiore a 225 kW nella misura di 10 euro per ogni kW. Dal 1° gennaio 2012 la soglia è stata abbassata a 185 kW, mentre l'importo è salito a 20 euro per kW. "La misura avrebbe dovuto portare alle casse dello Stato168 milioni di euro - spiegano le associazioni dell'automotive - ma non è andata così. Nel solo 2012, tra minori entrate fiscali e mancato introito, si è determinata una perdita complessiva di circa 140 milioni. Stando ai calcoli, lo Stato ha perso 93 milioni di gettito Iva e 13 di superbollo, le Regioni 19,8 milioni di mancati pagamenti e le Province 5,2 milioni di mancata Ipt e circa 9 milioni di addizionale Rca.
Le ragioni. Dopo l'introduzione del superbollo, logica contrazione delle nuove immatricolazioni dei veicoli superiori a 185 kW, nel 2012 scese del 35% a fronte di un mercato auto in calo del 19,8 percento. Le associazioni parlano anche di "proliferazione, nel nord Italia, di "falsi leasing" di autovetture con targa tedesca (o ceca), date in noleggio da soggetti commerciali e utilizzate da clienti italiani": ne seguono non solo perdite per i mancati versamenti (Iva, bollo, superbollo, Ipt, multe, addizionale provinciale sull'RCA), ma anche tutta un'altra serie di problemi tra cui "l'impossibilità di porre sotto sequestro le automobili immatricolate all'estero, la possibilità di sfuggire al redditometro, le difficoltà di effettuare i controlli su strada e di individuare le responsabilità in caso di incidenti".
La "fuga" oltre il confine. A questo, aggiungono le associazioni, si accompagna il fenomeno della "estero-vestizione" di veicoli, "radiati per esportazione in paesi Ue ma che continuano a circolare sul territorio nazionale con targa tedesca, austriaca, bulgara o romena". In evidenza anche il boom di radiazioni per esportazione, "sia di auto di nuova immatricolazione, poi radiate e immatricolate nuovamente con targa estera, sia di auto usate": dal 2011 al 2012, le auto sopra i 185 kW portate oltre il confine sono praticamente raddoppiate, da 13 mila unità a quasi 29 mila. Crollati anche i passaggi di proprietà, ridotti del 27 percento dal 2011 al 2012.
La richiesta e la crisi di governo. "L'abolizione della sovrattassa è opportuna e urgente - conclude la filiera automotive - anche al fine di fornire al mercato dell'auto un primo segnale di rilancio che possa invertire la rotta negativa degli ultimi anni e che vada nella direzione di un alleggerimento della pressione fiscale sul comparto. Dal 2009 a oggi il carico fiscale sulla motorizzazione ha continuato a crescere, fino a superare, nel 2012, i 72 miliardi di Euro, pari al 17% del totale delle entrate tributarie nazionali". Ma sulle mosse del governo, aleggia il rebus della crisi politica: appena due settimane fa il viceministro dell'Economia Luigi Casero aveva definito il superbollo una misura "sbagliata", eliminabile con "pochissime" risorse. Ma con i chiari di luna che ci sono a Roma, il tema corre il rischio di finire nel dimenticatoio.
Davide Comunello
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