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Revisioni
La tariffa sarà indicizzata all’inflazione

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Il governo è intenzionato ad agganciare la tariffa delle revisioni, attualmente pari a 45 euro, all’inflazione. Lo ha preannunciato a Quattroruote il viceministro delle Infrastrutture Riccardo Nencini, rivelando che il governo aveva ipotizzato di inserire una proposta in questa direzione già nel cosiddetto ddl Meta sulle modifiche al Codice della strada, in discussione alla Camera dei deputati. “Tuttavia”, ha spiegato Nencini a Quattroruote, “quel provvedimento è mirato esclusivamente alla sicurezza stradale, per questo abbiamo deciso di rinviare la misura a un prossimo provvedimento di natura finanziaria”, forse la legge di bilancio per il 2018 che il governo presenterà a settembre.

Tariffa ferma dal 2007. Ricordiamo che la tariffa, stabilita con decreto ministeriale, è ferma dal 25 ottobre 2007. Prima, dal 25 giugno 1999, era pari a 25,82 euro (le vecchie 50 mila lire) più Iva. Si tratta dell’importo netto che incassa il Centro revisioni per ogni operazione che effettua. In totale, però, l’utente, paga 66,88 euro. Ai 45 euro, infatti, vanno aggiunti l’Iva (9,90 euro), i “diritti motorizzazione” (10,20 euro), il costo del versamento di questa tariffa mediante bollettino postale (1,78 euro).

Un tesoretto da 1,1 miliardi l’anno. I centri revisione attualmente autorizzati sono circa 8.500 e nel 2016 hanno incassato 711 milioni di euro netti. In totale, però, gli italiani hanno speso in controlli periodici 1,1 miliardi di euro. Da notare che se la tariffa fosse stata, come le multe, adeguata biennalmente all’indice dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati a fine 2016, pari allo 0,1%, l’aumento sarebbe stato di 4 centesimi…

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