“Se non rispondi non muore nessuno. Quando guidi #GuidaeBasta”, questo l’invito che La Pina, rapper e voce storica di Radio Deejay, rivolge a chi guida utilizzando lo smartphone per conversare, inviare messaggi o leggere mail. Il tutto negli spot video e radio al centro della campagna presentata oggi dall’Anas, in collaborazione con la Polizia di Stato. Con un messaggio leggero e ironico, come hanno spiegato i promotori, gli spot mostrano le possibili gravi conseguenze derivanti da comportamenti scorretti al volante, legati all’uso del cellulare.
Vittime e infrazioni in crescita. La campagna trae spunto dai dati sui sinistri rilevati nel 2015 da Polizia di Stato e Carabinieri: l’inversione di tendenza è marcata, con un aumento degli incidenti mortali del 2,5% (da 1.587 a 1.627, 40 in più del 2014) e delle vittime pari all’1,3% (22 in più, da 1.730 a 1.752). In crescita pure le infrazioni, numerose delle quali causate da distrazione. Tra le più diffuse - ha spiegato Santo Puccia, primo dirigente della Polizia Stradale - proprio l’uso dello smartphone: 48.524 verbali per il mancato utilizzo del viva voce o dell’auricolare, pari a uno sconfortante + 20,9% sul 2014.
Nessuna distrazione. Il presidente dell’Anas, Gianni Vittorio Armani, ha ricordato il progetto di manutenzione della rete stradale e autostradale - avviato nel 2016 sull’intero territorio nazionale, per mettere in sicurezza e potenziare l’esistente, destinando oltre il 40% delle risorse a questo obiettivo - ma ha posto in rilievo che ciò non basta. “È la relazione tra comportamento umano, mezzo meccanico e infrastrutture - ha detto - che determina il fattore di rischio e, in base ai dati Ocse, il 93% degli incidenti deriva da ciò che fa il guidatore. Ecco perché l’Anas si è impegnata con la Polizia Stradale per diffondere la cultura della sicurezza”. Dati alla mano, Armani ha posto in evidenza che i tempi di reazione, per chi usa un dispositivo elettronico mentre guida, si riducono del 50% e il rischio d'incidente è fino a quattro volte superiore.
Mani sul volante. A fargli eco, Roberto Sgalla, direttore centrale delle Specialità della Polizia di Stato: “Gli smartphone sono sempre più multiuso, non permettono solo di comunicare attraverso le telefonate, ma ci connettono al mondo con messaggi, social, foto e videocamere, raggiungendo il paradosso dei selfie scattati mentre si è alla guida: tutto si fa, fuorché mantenere le mani sul volante e lo sguardo sulla strada. Azioni che incidono pericolosamente sui tempi di reazione e sull’attenzione, con rischi elevatissimi per la sicurezza”.
App, social e un concorso per videomaker. Oltre alla scelta del testimonial e del media partner per la campagna, Radio Deejay, l’attenzione ai giovani guidatori è evidente pure negli strumenti utilizzati. Con l’app “Guida e Basta”, già disponibile per Ios e Android, si potrà impostare lo smartphone in modalità “guida”, in analogia con quanto accade in volo, con la modalità “aereo”. In pratica, il cellulare invierà a uno o più contatti un messaggio per avvisare che si è alla guida e che, per la durata di tempo selezionata, non sarà possibile rispondere alle chiamate. Durante eventuali soste, l’app offre la possibilità di avvertire dove ci si trova lungo il viaggio. Ampia la diffusione degli spot anche sui social network. La scelta dell’Anas è caduta sul canale Twitter dedicato “@stradeanas”, da oggi riservato alle iniziative corporate, cui si affiancano i nuovi profili social su Facebook e Instagram. Le maggiori sorprese potrebbero arrivare dal concorso internazionale “Giovani Videomakers per la Sicurezza stradale”, aperto fino al 30 luglio 2016. L’iniziativa, realizzata con l’Associazione Mondiale della Strada (AIPCR), cui aderisce pure il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, invita i ragazzi dai 14 ai 20 anni a realizzare un video sul tema della sicurezza stradale. Per tutti gli interessati, infine, Anas ha creato un sito dove trovare informazioni sulla campagna.
Emanuele Mùrino
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