Non poteva mancare l'abituale esibizione di muscoli, nell'ormai immancabile appuntamento con la Night Vision con cui, qui a Shanghai come in ogni altro angolo del mondo, il gruppo Volkswagen anticipa i saloni dell'auto.
Tutti i marchi macinano record. Del resto, i numeri confermano l'eccellente stato di salute di (quasi) tutte le dodici marche del gruppo, soprattutto qui in Cina: primo posto assoluto per la capogruppo nella classifica delle vendite, davanti a Hyundai e GM, con il 20,3% di quota di mercato; primo posto per Audi fra i costruttori premium, idem per Bentley fra le supercar, senza contare una Skoda che, sbarcata qui soltanto nel 2005, lo scorso anno è arrivata a vendere oltre 230mila unità.
Ricorrenze da festeggiare. Oltre ai numeri che vanno alla grande, nell'occasione c'erano un mucchio di ricorrenze da celebrare: dal mezzo secolo di Lamborghini a quello della Porsche 911, anche se in ottica cinese contano molto di più 30 i anni della presenza VW nelle terre del Dragone: risale all'aprile 83 infatti l'avvio della produzione della Santana, modello che vanta tuttora una presenza quanto mai significativa nel panorama automobilistico locale.
La spiacevole vicenda dei richiami per il Dsg. Eppure, in un orizzonte all'apparenza tanto sereno, è emersa con evidenza la preoccupazione che qualcosa si sia incrinato, nell'ormai consolidato rapporto fra la VW e gli automobilisti cinesi, a seguito del mega richiamo relativo alle vetture equipaggiate con cambio Dsg avviato dal gruppo tedesco all'inizio del mese. Quanto mai eloquenti, in proposito, le pubbliche scuse espresse questa sera dal numero uno di VW China, Jochen Heizmann, ai propri clienti, seguite dall'annuncio della creazione di una vera e propria task force chiamata a chiarire ogni dettaglio della vicenda, e a prendere le necessarie contromisure per il futuro.
Le promesse di Winterkorn. Ancor più emblematico che in chiusura di serata sia tornato sul tema lo stesso boss del gruppo VW, Martin Winterkorn, che ha voluto ribadire a chiare lettere che la soddisfazione del cliente sta in cima alle priorità del costruttore tedesco,e promettendo "tolleranza zero sulla qualità dei nostri prodotti". "Viviamo in tempi di incertezze" ha aggiunto "e sappiamo bene che per la gente è più importante che mai potersi fidare".
Piani ambiziosi per la Cina. Del resto, le preoccupazioni del management VW appaiono più che legittime, dal momento che stiamo parlando del suo primo mercato al mondo. Sul quale, oltretutto, poggia gran parte della strategia di crescita per gli anni a venire. Che vuol dire, in sintesi, tre nuove fabbriche, 25mila assunzioni (in aggiunta ai 75 mila dipendenti attuali) compresi quasi tremila ingegneri, e sette modelli aggiuntivi, per portare la produzione cinese dagli attuali 2,8 a 4 milioni di unità all'anno. Con uno degli investimenti più colossali che la storia ricordi: 9,8 miliardi di euro di qui al 2015.
Da Shanghai, Massimo Nascimbene
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