Si parte hard, con le Volkswagen Polo GTI allineate sulla pit-lane dell’autodromo di Valencia. Le solite spiegazioni dei tecnici, qualche raccomandazione di rito da parte degli istruttori e via, per vedere se (e quanto) i sedili a quadrettoni, la scritta GTI e il classico repertorio di sportività della Casa di Wolfsburg siano stati spesi a ragion veduta.
Come va: in pista... La più potente delle Polo parte gagliarda, s’infila pulita e precisa nella prima curva, regala motricità anche se si anticipa un po’ il gas, grazie all’XDS+, che non sarà come avere un autobloccante vero e proprio, ma il suo dovere lo fa comunque molto bene. A regalare divertimento ci pensa anche il nuovo 1.800 turbo, ennesimo componente dell’enorme famiglia dei TSI: i 192 cavalli vengono snocciolati lungo un bell’arco di utilizzo, anche se non è il caso di parlare di cattiveria vera e propria. Un po’ la stessa cosa che si può dire del cambio, un DSG a sette marce che è più veloce nel concedere la marcia successiva piuttosto che nel restituire la precedente. Anche quando è in manuale, infatti, le scalate arrivano con una certa flemma. O, per lo meno, non con quell’immediatezza che serve in pista, situazione nella quale è fastidioso anche che il DSG, pur con la leva in Manual, faccia kick down quando si affonda l’acceleratore e passi alla marcia superiore quando ci si avvicina al limite dei giri. Ma in fondo va bene così: è uno dei (vari) segnali che non è qui che bisogna giudicare questa Polo, perché sarà pure la più potente in gamma, ma non nasce certo per scopi così estremi. D’altra parte la pista, qualsiasi pista, non regala niente a nessuno: la Polo è capace di tenerla a bada, ma non è il caso di insistere con cordoli e punti di staccata.
... e su strada. Meglio passare sulle strade normali: è lì che si vede se la leggendaria definizione di Gran Turismo Iniezione sia stata spesa a ragion veduta o no. Al di là del numero complessivo di cavalli, in mezzo alle altre automobili si comincia subito ad apprezzare la prontezza del quattro cilindri, che a tutti i regimi si dimostra pronto e disponibile: un ottimo punto di partenza per avere tra le mani il volante di un’auto agile e dinamica, e poco importa che si tratti di sgusciare nelle vie cittadine o di divertirsi su una strada ricca di curve e povera di traffico. In questo secondo caso, però, sarà più facile apprezzare il lavoro dei telaisti, che hanno messo giù un gran bel compromesso. Per una volta, questa parola non ha accezioni negative, ma serve a spiegare che qui è il risultato complessivo a esaltare, più che le sue singole qualità. Di base, infatti, si tratta di un assetto sportivo, frenato e reattivo, che al momento opportuno, però, è capace di accettare di buon grado le brutture della quotidianità, dove le buche sono una realtà con la quale fare i conti. E i consumi? Posto che non sono stati la prima preoccupazione degli sviluppatori, riescono sempre a non spaventare: viaggiando tranquilli tra città e provinciali, abbiamo visto numeri che si aggiravano tra i 7 e i 9 litri per cento chilometri.
Da Valencia, Alessio Viola
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