La Maserati Quattroporte ora ha qualcosa di levantino. Nessun giudizio morale, per carità, stiamo pur sempre parlando di automobili. Più semplicemente, in occasione del classico restyling di mezza vita, la più anticonformista delle berline di rappresentanza ha mutuato qualche piccolo elemento estetico della Levante, la sport utility recentemente introdotta dalla Casa modenese. Piccoli tocchi concentrati tra la mascherina e i fanali, che regalano family feeling senza modificare il carattere della Quattroporte, che rimane meravigliosamente in equilibrio tra le ragioni del dinamismo e quelle dell'eleganza. Anzi, in questo senso adesso si può scegliere di far pendere l’ago della bilancia dalla parte che si preferisce, perché il Model Year 17 è stata anche l'occasione per introdurre gli allestimenti GranSport e GranLusso, che già nel nome spiegano perfettamente le loro intenzioni.
Interni. Mano più decisa invece nell'abitacolo: l’impianto generale rimane quello di sempre, giocato tra l’esclusività dei materiali e ciò che serve per guidare davvero, ma con tanti piccoli aggiornamenti e un grande passo avanti. Le piccole novità riguardano la componentistica, perché tasti e manopole sono stati in gran parte rivisti e ora sono decisamente più in linea con le aspettative di chi compera un’automobile che costa più di 100.000 euro. Piccola rivoluzione, invece, dal punto di vista dell’infotainment: è più bello da vedere (basti dire che lo schermo ora è di vetro) e più semplice da gestire. Rimane la possibilità di utilizzarlo in modalità touchscreen, ma è stato aggiunto il classico rotellone sul tunnel. Anzi, i rotelloni, perché si tratta di due comandi uno appoggiato sull’altra. Con quello superiore si gestisce il volume, per esempio, mentre con quello più in basso (e di maggior diametro) si interagisce con i vari menu. Un bel passo avanti, non c’è che dire, anche se il riferimento continuano a essere certi impianti teutonici, per completezza e facilità d’interazione (servono i nomi? Audi Virtual Cockpit e BMW iDrive). La Quattroporte s’è aggiornata anche sotto il profilo delle ormai immancabili dotazioni elettroniche relative alla sicurezza (dal regolatore di velocità attivo alla frenata automatica), ma questo non toglie che continui a essere un’auto tutta da guidare. Da questo punto di vista, in realtà non è cambiato molto, ed è un complimento.
Come va. Tasto Sport, cambio in manuale e si parte. Che dentro il cofano ci sia il V6 o il V8 sposta la questione dal punto di vista delle pure prestazioni, ma la capacità di mettere da parte stazza e dimensioni è e resta unica. In tutti i sensi, perché dopo mezzo secolo la Quattroporte continua a unire gli opposti senza dare la sensazione del controsenso: telaio, motore, cambio, freni ti portano da una curva all’altra in maniera quasi sanguigna e, soprattutto, come non potresti immaginare da una berlina lunga più di 5,20 metri. Certo, le coupé vere non sono cosi vicine, ma la cosa importante è un’altra: siamo lontanissimi da qualunque incrociatore germanico possa venirvi in mente.
Alessio Viola
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