Da sopra, le solite buche, la vegetazione invadente, la segnaletica orizzontale scolorita, i cartelli fai da te, i lunghi tratti di asfalto rabberciato alla bell'e meglio. E poi i lavori interminabili, i tratti chiusi, le deviazioni sulla viabilità locale, persino i semafori, come su una qualsiasi strada provinciale. Da sotto, le solette sbriciolate e bucate, le armature corrose, i rattoppi di fortuna, i giganteschi puntelli di sostegno, i viadotti pericolosamente inclinati (nella foto il Fornello, all'altezza di Verghereto, in provincia di Forlì-Cesena).

È impietoso il reportage (pubblicato sul fascicolo di settembre) lungo il tratto romagnolo della famigerata E45, la statale 3 bis Orte-Ravenna, da molti ritenuta la strada peggiore d'Italia, per la prima volta vista e illustrata ai lettori anche dal basso. I nostri inviati, guidati dal direttore Mauro Tedeschini, hanno ispezionato e fotografato insieme a Gioele Dix, il re degli automobilisti infuriati, il tratto più martoriato, quello tra San Piero in Bagno e Verghereto, in provincia di Forlì, in parte percorribile a doppio senso di marcia su un'unica carreggiata, in parte a senso unico alternato, in parte completamente chiuso per lavori.

L'articolo denuncia la precarietà e la pericolosità di una strada percorsa ogni giorno da migliaia di auto e Tir, sorvegliati in silenzio dagli occhi elettronici degli autovelox dei comuni che si affacciano lungo il percorso, pronti a entrare in funzione appena si esce dalla trappola delle code.