Se potesse, userebbe l'auto autonoma?
Sarei contentissimo di farlo, perché ho quasi 90 anni, anche se guido ancora abbastanza bene. Questa tecnologia porterà tanti vantaggi agli anziani, ai giovani, ai disabili. Qui in America, poi, se un guidatore commette un'infrazione è subito fermato dalla polizia e a volte, quando esce dall'auto, viene investito. Con le autonome non accadrà, perché con la responsabilità del produttore non sarà necessario contestare le violazioni a chi è in macchina. E, grazie ai big data, ci saranno molti meno contenziosi, con un risparmio anche sulle assicurazioni.
L'intelligenza artificiale va accettata dai consumatori, che si devono fidare. Ma questo potrà accadere davvero?
L'inerzia c'è, ma quando ci sono cambiamenti così potenti, che portano benefici tanto grandi, alla fine vengono accettati. Ci sarà una certa riluttanza all'inizio ad affidarsi alle vetture autonome. Molti diranno «non le voglio, perché mi piace guidare», ma quando queste auto saranno diffuse, la convivenza sarà caotica e spingerà verso l'automazione totale. A quel punto, ci si abituerà.
Che cosa ne sarà del piacere di guida?
Tutto questo non vuol dire che l'auto come oggetto bello e personale non ci sarà più. I cavalli continuano a esserci. Non si viaggia più in carrozza, ma si continua ad andare a cavallo, ad averlo e a divertirsi a cavalcare. Per i produttori resterà una grande opportunità: avranno interesse a realizzare vetture che portino le persone al lavoro oppure in viaggio, ma anche per guidare per puro piacere o per le competizioni.
Si abbandonerà il possesso in favore del solo utilizzo?
Immagino un mondo in cui le auto non siano proprietà del singolo, tranne quelle per divertirsi, ma del produttore o di una società con cui questo ha accordi: così io premerò un pulsante e richiederò una macchina secondo ciò che mi serve. Questo avrà ricadute importanti per i centri cittadini. Oggi si utilizzano le vetture per circa il 5% del tempo. Il resto lo passano stando ferme a occupare spazio, che ha un valore enorme. Al posto dei parcheggi in superficie si possono fare parchi, caffè, aree da dedicare alla vita pubblica. L'auto ci porterà dove dobbiamo andare, andrà altrove e, quando ne avremo bisogno di nuovo, la chiameremo. Quando queste possibilità s'inizieranno a vedere, renderanno le persone più contente e ciò permetterà di superare i pregiudizi.