Q Storie

Le dinastie dell'auto

Nel nome del nonno

Henri-Jacques Citroën, nipote di André, è oggi il depositario della memoria del fondatore. Ha vissuto a lungo in Sud America, lavorando per grandi aziende francesi. Ma da alcuni anni è tornato a Parigi e dedica molto del suo tempo a divulgare le imprese dell'avo. L'obiettivo? Realizzare un museo che renda omaggio a un genio dell'automobile

di Giosuè Boetto Cohen | foto di Salvo Sportato |

È dal 1935 che la Citroën non è più dei Citroën. La nebbia del tempo, quasi un secolo di accadimenti ci separano dalla morte del fondatore e dal passaggio di uno dei marchi più celebri e amati a nuovi padroni. La società, nel mezzo della Grande depressione, si trovò a corto di capitali. Le banche rifiutarono il credito, lo Stato guardò altrove, mentre i soci forti della Michelin e un manipolo di speculatori seppero condurre i giochi. Ai tre figli di André Citroën, poco più che ragazzi, andarono i ricordi e qualche oggetto prezioso. Dalla gloria al nulla: non una casa, non una rendita, neppure la celebre villa di Deauville, da sempre presa in affitto...

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