Lo spirito del Bulli reincarnato in un'elettrica
Prove su strada

Volkswagen ID. Buzz

Lo spirito del Bulli reincarnato in un'elettrica

Si è fatto attendere un bel po', ma adesso è realtà: design che fa voltare le teste, spaziosità ai massimi livelli e grande agilità nello stretto. Però non può andare molto lontano

di Lorenzo Facchinetti | foto di Massimiliano Serra |

Ci sono voluti più di vent'anni e quattro concept car per arrivare finalmente a un mezzo che potesse essere considerato, in qualche modo, l'erede spirituale del Bulli. Adesso come allora nasce per trasportare passeggeri, ma anche le merci, ha un muso simpaticissimo con il gigantesco logo VW al centro e il motore e la trazione sono posteriori. Con la differenza che, adesso, il propulsore non emette alcun rumore. Forse ci voleva proprio l'era elettrica per convincere la Volkswagen a dare un seguito all'idea originaria. Che poi, nel corso degli anni, non è che i pulmini e i veicoli commerciali di Wolfsburg siano mancati: basti pensare alle varie evoluzioni del Multivan, fino all'attuale T7, ma nessuno era mai riuscito a generare la stessa empatia che oggi l'ID. Buzz è in grado di far scoccare al primo sguardo. Se foste interessati all'oggetto in questione, infatti, preparatevi ad avere tutti gli occhi addosso, perché il Bulli del XXI secolo non passa affatto inosservato, con la sua imponenza, anche se a ben vedere le dimensioni non sono ingestibili (4,7 metri di lunghezza per 2 di altezza e larghezza), con sbalzi ridotti all'osso e le ruote alle estremità, preludio di un abitacolo vasto come una prateria.

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