
Prove su strada
Maserati
Quattroporte V8, berlina esagerata
La berlina del Tridente riassume due concetti apparentemente in antitesi: opulenza quasi sfrenata nelle dotazioni e negli arredi e sportività spinta al massimo livello
Nel 1996 descrivevamo la Maserati Quattroporte come una sorta di anello di congiunzione tra la gamma Alfa Romeo e quella della Ferrari. Perché la berlina del Tridente offriva interni molto lussuosi, un elevato confort di guida e "prestazioni esaltanti". Il tutto grazie all'esperienza maturata con le sue tre serie precedenti. Nel cofano, un V8 di 3.2 litri sovralimentato con due turbocompressori Ihi per una potenza massima di 336 CV e una coppia di 450 Nm, scaricati a terra dalle sole ruote posteriori, con differenziale autobloccante a lamelle e cambio automatico a sei rapporti. L'abbiamo provata al suo debutto sul mercato, evidenziando doti come l'ottima stabilità e la precisione del suo sterzo, come si evince dal test pubblicato sul numero di dicembre del 1996.