Prove su strada

BMW 330e Touring

Anche con quattro cilindri la grinta è quella di sempre

Il restyling l’ha cambiata più dentro che fuori, ma il focus è rimasto sul piacere di guida. Anche per la versione ibrida plug-in, che abbina prestazioni elevate a una buona efficienza di marcia

di Mirco Magni | foto di Massimiliano Serra |

Un tempo dicevi BMW 330 e subito ti veniva alla mente un sei cilindri bello corposo, con il suono giusto e, magari, un cambio manuale come si deve. Tutto bellissimo, ma tragicamente (o forse no) di un’era ormai passata. Perché oggi, tra elettrificazione e contenimento delle emissioni, per quei sei in linea aspirati non c’è più spazio. Le 330 a benzina ora sono due e montano entrambe un quattro cilindri turbo: la prima, la classica “i”, arriva a 245 cavalli, mentre la seconda si fregia del suffisso “e” ed è un’ibrida plug-in che di cavalli ne ha 292. Qualcuno potrebbe storcere il naso, sia per quei due pistoni in meno (la 330d a gasolio ne ha ancora sei, per 286 CV) sia per l’aiuto elettrico, ma alla prova dei fatti questo modello – fresco di restyling – non è mai stato così in forma. La tecnologia è al top e la meccanica conferma le doti già apprezzate sulla settima generazione della Serie 3: le prestazioni sono elevate, i consumi contenuti (quando si ricarica) e, nonostante il peso, il piacere di guida è da vera BMW.

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