
Prove su strada
Hyundai i10
La (piccola) rivincita delle citycar
La coreana rinuncia a qualsiasi elettrificazione, mette un turbo nel motore e si dà arie da sportivetta urbana. Prestazioni interessanti, abitabilità da riferimento. Un po' piccolo il bagagliaio
In un mondo perfetto le citycar dovrebbero essere super ecologiche, semplici, pratiche e poco care. Purtroppo non è così, da quella perfezione siamo ancora molto lontani. Se ne sono accorti anche i costruttori, che sull'elettrico hanno puntato tutto: non sta funzionando, perché le Bev costano molto pure a loro e, man mano che scendono di taglia, portano sempre meno margini. In questa situazione, non volendo perdere la parte di clientela con minore potere di acquisto, la Hyundai continua a presidiare il segmento A – abbandonato da altre Case – con la termica i10. Una piccola che, nella grintosa versione N Line con turbobenzina da 100 CV, può attirare anche chi non vuole rinunciare a un po' di brio nella guida, magari allargando il raggio d'azione fuori città. Questo tre cilindri è "imperfetto" solo dal punto di vista delle emissioni, perché si tratta di un motore puramente a benzina; però consuma poco, in rapporto alla potenza, e quindi anche la quantità di anidride carbonica allo scarico è modesta. Vero è che una forma d'ibridizzazione – anche mild, considerate massa e dimensioni – avrebbe potuto ridurre ulteriormente la CO2 fino al punto da consentire alla coreana l'ingresso in diverse Ztl.