Prove su strada

Lotus Emira

Dopo di lei solo l'elettrico

Il nuovo corso del costruttore inglese si apre onorando, per l'ultima volta, la tradizione: zero elettrificazione e un sano V6. Il resto viene da sé: sensazioni e divertimento

di Alessio Viola |

Un quarto di secolo e più consacrato all'Elise e al suo minimalismo straordinario. Un lustro (in proporzione abbondante allo stesso modo) all'interno del colosso cinese Geely, che dal 2017 ha inserito il marchio inglese in una costellazione dove brillano stelle come Volvo, Polestar, Lynk & Co e London Electric Vehicle Company, oltre a partecipazioni tra Daimler e Smart. Un presente, finalmente scevro da traversie economiche e con il sapore di una nuova vita, che si apre con una termica. Sì, avete capito bene: pistoni, benzina e rumore, tanto per opporsi a un mondo frastornato da connettività ed elettrificazione. Si tratta dell'Emira, cerniera tra un passato di gloria assoluta e un futuro da scrivere a base di ruote alte e batterie. Quella, però, è un'altra storia: ora siamo qui per guidare l'ultima termica, metterla di traverso, giudicarla e capire come si pone rispetto alle concorrenti.

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