Prove su strada
Toyota C-HR
Efficienza originale
La giapponese spinge ancora di più sul concetto di coupé a ruote alte, con nuove proporzioni e una qualità percepita superiore. Ulteriormente diminuiti i consumi. Coda un po' leggera, però, nelle manovre al limite
Girala come ti pare, ma alla fine buona parte del successo di un'auto la fa lo stile. E se di colpo di fulmine si tratta, difficilmente ogni considerazione razionale potrà smuovere l'ago della bilancia. È stato così per alcuni modelli di successo, Fiat 500 e Range Rover Evoque i primi due che mi saltano in mente, e per certi versi l'assunto interessa anche la Toyota C-HR. Arrivata nel 2016 con un disegno copiato e incollato dalla concept che l'aveva preceduta due anni prima, questa crossover ha avuto il merito di aver attirato un gran numero di nuovi clienti verso il marchio. Più di qualsiasi altra auto della Casa. Così, per questa seconda generazione, non si è fatto altro che spingere ancora di più sull'idea, portando il concetto di Coupé high rider (da qui l'acronimo C-HR, coupé a ruote alte) a un livello superiore...