Prove su strada

Toyota Prius

Anche l'occhio vuole la sua parte

Per la prima volta vuole sedurre con un design dirompente, senza dimenticare ciò per cui è nata: consumare meno carburante possibile. E ci riesce benissimo, anche quando non hai voglia di ricaricarla

di Andrea Rapelli | foto di Massimiliano Serra |

In cuor suo, l'ingegner Takeshi Uchiyamada l'ha sempre saputo: prima o poi, l'ibrido avrebbe avuto il successo che meritava. Certo, era difficile pensarlo all'inizio di questa storia, quando – era il 1995 – il prototipo di quella che sarebbe stata la Prius vide la luce. Come racconta lo stesso tecnico, oggi membro del board della Toyota, «non riuscivamo nemmeno a far muovere la macchina. Dopo 49 giorni, quando vidi le ruote girare per la prima volta, piansi». Oggi, con oltre 5 milioni di unità vendute in tutto il mondo, è arrivato il momento di un cambiamento epocale.

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