Continuano i test su strada dell’auto che sostituirà la Fiat Bravo nella seconda metà del prossimo anno. La versione a tre volumi è stata presentata in aprile al Salone di Istanbul, primo di una triade di modelli di segmento C che fanno parte del cosiddetto progetto Aegea: una stessa piattaforma, derivata dal pianale B-Wide della 500L, sulla quale nascono una berlina classica, una due volumi e una station wagon. Tutte votate alla semplicità e alla funzionalità, nella migliore tradizione Fiat. Insomma, la seconda gamba, quella funzionale, della strategia del marchio italiano, che oggi (Panda a parte) si regge quasi esclusivamente sulla linea glamour della famiglia 500.
Com'è e come sarà. La due volumi ovviamente, assieme alla wagon (che però sarà l’ultima ad arrivare), è la versione che più interessa il mercato italiano. La Fiat Bravo è uscita dai listini l’anno scorso. Le foto spia la ritraggono ancora sotto mentite spoglie. La carrozzeria utilizzata non è quella della macchina definitiva, bensì quella, posticcia, di una Punto allargata e allungata. Sono finti persino i fari anteriori. Ma è vero, naturalmente, tutto ciò che si nasconde sotto la pelle. Quindi la carreggiata e il passo, di 264 centimetri. La lunghezza dovrebbe aggirarsi sui 4 metri e 20. Nel cofano è lecito attendersi, tra gli altri, i due turbodiesel MJT 1.3 e 1.6, rispettivamente da 95 e 120 cavalli, e i benzina Fire 1.4 aspirato e turbo (anche in questo caso 95 e 120), nonché la motorizzazione d’ingresso 1.6 e-torque da 110 CV.
Logica industriale. Le vetture del progetto Aegea non nascono come modelli low cost. Tuttavia saranno prodotte in Turchia, nella fabbrica di Bursa che la Fiat gestisce in partnership con la turca Tofas, in una logica di contenimento dei costi. Era l’unico modo, secondo la FCA, per rendere competitivo anche in Europa un ritorno nella fascia delle compatte, i cui margini sono nettamente inferiori a quelli che ormai offrono Suv e crossover di tutte le taglie. R.L.V.
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