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Great Wall H6
Le nostre impressioni di guida

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La Suv cinese, quasi scomparsa negli ultimi due anni per la mancanza di un motore Euro 5 (necessario per la commercializzazione in Europa), ritorna con un nuovo modello, dalle linee più moderne e molto migliorato in termini di qualità. Il nome H6 suggerisce la derivazione dal progetto Hover (il modello di 7 anni fa, con una certa somiglianza con la Pajero Sport), e l’evoluzione rispetto alla più recente Hover 5, ma in realtà si tratta di una vettura tutta nuova e “fatta in casa” (non più avvalendosi della collaborazione con la giapponese Mitsubishi).

Come va. La nuova Suv può contare su un turbodiesel di due litri, anch’esso “made in China”, con elettronica Delphi, su un collaudato e robusto sistema di trazione integrale (della BorgWarner) e sull’elettronica Bosch di ultima generazione per il controllo della stabilità e hill-holder. Risultato? Niente male, se non si va troppo per il sottile. Al primo assaggio, si evidenziano alcune carenze, nella precisione dello sterzo e negli innesti del cambio, ma l’auto in fin dei conti va benone. Il turbodiesel si fa sentire, con un certo ticchettio degli iniettori in accelerazione, ma spinge bene e con i suoi 143 CV non è mai in affanno, nonostante la massa della vettura (di 1.800 kg).

La trazione integrale. Il sistema 4x4 è del tipo “Torque on demand”, a gestione completamente elettronica, senza ridotte né bloccaggio dell’integrale: in pratica, si va a trazione anteriore e la coppia passa alle ruote posteriori, fino al 50%, solo in caso di perdita di aderenza davanti. La modesta altezza da terra, di 18,5 centimetri (che scendono a 14 a massimo carico), e gli angoli d’attacco di 26° e di uscita di 22°, comunque, suggeriscono di restare sull’asfalto o al limite su fondi scivolosi, ma non troppo dissestati come nel vero off-road.

Capacità di carico da riferimento. Tra i punti di forza dell’H6, grazie anche alle dimensioni abbondanti dell’auto, c’è il vano di carico. La capienza in configurazione cinque posti è di oltre 800 litri, mentre con i sedili posteriori reclinati (che tra l’altro hanno schienali regolabili su tre diverse inclinazioni) si superano i 2 metri cubi: molto più delle concorrenti, che vanno dai 1.300 litri della Subaru Forester ai 1.746 della Toyota Rav4. Sotto il fondo, inoltre, si trova la ruota di scorta di lega da 17”.

Interni più eleganti e confortevoli. In effetti, l’H6 vuole essere soprattutto un’auto comoda, da viaggio. E la cura degli interni ne è la prova. Molto meno spartana e plasticosa dei precedenti modelli, accoglie con apertura porte e avviamento senza chiave, sedili comodi rivestiti di pelle (regolabili elettricamente), una plancia ben fatta, completa di display da 7” sul quale la telecamera posteriore permette di vedere dietro in manovra. Un particolare: le versioni per l’Europa, assemblate nel nuovo stabilimento in Bulgaria, hanno lamiere rinforzate nella zona anteriore, per superare i test dell’EuroNCAP.

Andrea Sansovini

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