Manca ormai poco meno di un anno all'entrata in vigore dell'obbligo, per ogni vettura nuova prodotta in Europa, dell'adozione del sistema di monitoraggio della pressione dei pneumatici, sintetizzato con l'acronimo Tpms (Tire pressure monitoring system). Un dispositivo, cui si andrà ad aggiungere dall'ottobre 2015 l'e-call (il sistema automatico di chiamata d'emergenza in caso d'incidente), introdotto con il regolamento comunitario n° 661 del luglio 2009, che disciplina i requisiti di omologazione per la sicurezza dei veicoli a motore.
I vantaggi. Il monitoraggio costante della pressione dei pneumatici, del resto, è un metodo prezioso sia ai fini della sicurezza stradale, visto che avvisa tempestivamente il guidatore dell'eventuale sgonfiamento di una copertura, magari difficilmente percepibile nelle prime fasi da parte di chi sta guidando, sia ai fini della tutela ambientale, con risvolti positivi per il portafogli del consumatore: un'auto con la pressione delle gomme sbagliata, infatti, può consumare di più (anche del 5-15%) e soffre di un'usura irregolare del battistrada, che comporterà una sostituzione precoce del treno di pneumatici.
Sistemi diversi. Le case automobilistiche si stanno orientando su due differenti tipi di soluzioni per adempiere agli obblighi comunitari: un sistema indiretto e uno diretto. Il primo prevede il calcolo della pressione partendo dai dati forniti dai sensori di rotazione delle ruote, in secondo si affida, invece, a un sensore posto all'interno del pneumatico stesso (che comunica i dati alla strumentazione attraverso un sistema a radiofrequenza), con benefici in termini di precisione e prontezza di segnalazione di eventuali perdite di pressione. I sistemi indiretti, tra l'altro, richiedono una ricalibrazione in caso di gonfiaggio o sostituzione della copertura e non rilevano la perdita di pressione uniforme di tutti e quattro i pneumatici.
Sensori multi-applicazione. A oggi, inoltre, ciascun veicolo dotato di Tpms richiede un sensore specifico; nel prossimo futuro, saranno però disponibili sensori multi-applicazione, installabili su veicoli diversi. Un esempio di quest'ultimi è il REDI-Sensor, studiato dalla Continental VDO, già presente sul mercato americano e disponibile, entro i primi sei mesi dell'anno prossimo, anche in Italia. Questo sensore viene fornito già programmato e può essere installato sulla superficie interna del pneumatico, a differenza di altri dispositivi che vengono integrati con le valvole di gonfiaggio delle coperture e sono più soggetti a danni e corrosione. Certo è che, nel giro di meno di un anno, anche gommisti e officine dovranno dotarsi delle attrezzature e dei ricambi necessari per far fronte all'applicazione della nuova normativa. E.D.
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