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Radiazioni
Più difficile esportare all’estero auto usate

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Sempre più difficile esportare all’estero un’auto usata. Il Pra, il Pubblico registro automobilistico gestito dall’Aci, di cui una bozza di riforma del settore automobilistico prevede la soppressione, ha deciso di vietare la radiazione per esportazione “preventiva”. Dal 14 luglio non sarà più possibile restituire le targhe e i documenti (carta di circolazione e certificato di proprietà) e cancellare i veicoli dal Pra senza la loro preventiva reimmatricolazione all’estero. La nuova disposizione, infatti, prevede l’obbligo di allegare alla richiesta di radiazione, la fotocopia della carta di circolazione estera (accompagnata, tra l’altro, da traduzione asseverata nel caso in cui l’esportazione avvenga nei paesi extraeuropei) o, comunque, l’attestazione dell’avvenuta reimmatricolazione oltrefrontiera.

Una possibilità. Il Pra, bontà sua, lascia uno spiraglio all’esportazione preventiva concedendo una sola possibilità a chi vuole radiare per esportazione senza già avere reimmatricolto la macchina oltrefrontiera: allegare alla richiesta idonea “documentazione comprovante l’avvenuto trasferimento del veicolo all’estero" (per esempio, documento di trasporto e bolla doganale, a cui, comunque, deve essere allegata una ricevuta di consegna al destinatario estero).

Freno alla vendita all'estero. La decisione del Pra, sulla quale il ministero della Giustizia ha espresso parere favorevole, limiterà parecchio la normale attività di vendita all’estero di veicoli, sia da parte di concessionarie e salonisti, sia, soprattutto, da parte dei privati che utilizzano a questo fine annunci su siti internazionali specializzati, ma, fa sapere l’ente gestito dall’Aci, è stata presa perché si presuppone che “il fenomeno delle radiazioni per definitiva esportazione nasconda anche fenomeni di elusione della normativa antinquinamento”.

Altro colpo al mercato dell'auto. Insomma la solita soluzione all’italiana. Siccome qualcuno fa il furbo si colpiscono tutti. Senza considerare che nella maggior parte dei casi, all’estero, per reimmatricolare un veicolo di provenienza italiana, è richiesto il certificato di radiazione. Che non può essere emesso, appunto, senza reimmatricolazione. Insomma, oltre a un appesantimento burocratico, coi costi che tutto ciò inevitabilmente implicherà, un ulteriore, ancorché piccolo, colpo al mercato dell’auto.

Mario Rossi

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