

Un'ora e tre quarti di assemblea "storica", la prima fuori dall'Italia. Il Gruppo Fca archivia lo shareholder meeting olandese del Sofitel Legend "The Grand Amsterdam" con l'ok ai conti e la riconferma quasi bulgara di Sergio Marchionne (98,92% dei voti espressi dagli azionisti) ad amministratore esecutivo (il 94,95% per John Elkann).
Confermati i target. In apertura dell'assemblea Marchionne ha confermato la cosiddetta "guidance" dei risultati attesi per il 2015. Quest'anno Fca ha come obiettivi consegne tra 4,8 e 5 milioni di unità, un fatturato pari a circa 108 miliardi di euro, un Ebit tra 4,1 e 4,5 miliardi, un utile netto tra un miliardo e 1,2 miliardi e un indebitamento netto industriale tra 7,5 e 8 miliardi. "Abbiamo chiuso il 2014 con risultati forti e in linea con le attese. E' stato un anno storico", ha aggiunto, "nel quale abbiamo creato un'organizzazione unica e globale, attualmente al settimo posto tra i costruttori mondiali, rappresenta il culmine dell'integrazione industriale e culturale avviata nel 2009".
Più attenzione alla Cina. Il Ceo del Gruppo ha fatto anche il punto sull'andamento industriale e sul posizionamento commerciale di Fca: "La nostra posizione in Asia e in Cina non è ottimale, questo vale sia per Fiat sia per Chrysler. Negli ultimi 24 mesi", ha sostenuto Marchionne", ci sono stati miglioramenti grazie alla joint-venture per sviluppare la Jeep, la cui produzione aumenterà fino a mezzo milione nel 2018. Sono soddisfatto, ma la Cina è un'area che richiederà molta attenzione e sforzi".
Arese e De Tomaso. "Sono sempre stato categorico su Arese. Non è un sito industriale. Abbiamo chiuso l'impianto anni fa e ora riapriamo il Museo, dove il 24 giugno presenteremo il nuovo modello Alfa", ha aggiunto Marchionne, sottolineando poi, in risposta a un piccolo azionista sull'ipotesi di un coinvolgimento di Fca in De Tomaso, che il gruppo ha "già la capacità sufficiente a Mirafiori, aggiungerne altre sarebbe negativo".
Ferrari liquida e senza debiti (per ora). Marchionne ha parlato anche del Cavallino Rampante. "Ferrari ha una liquidità di 1,5 miliardi e non è indebitata. A fine 2015 e inizio 2016 avrà un debito", ha spiegato riferendosi agli effetti dello spin-off programmato. La Ferrari "non è una casa automobilistica tradizionale, produce vetture di lusso", ha sottolineato. "Negli ultimi anni, da quando sono membro del Cda di Ferrari, abbiamo sempre mantenuto una divisione tra Ferrari e Fiat e non abbiamo mai consentito una contaminazione tra la tecnologia Ferrari, che al massimo ha influenzato positivamente Alfa Romeo e Maserati, e quella di Fiat. Ferrari va considerata come qualcosa a sé stante, è completamente diversa da qualsiasi altra casa". Marchionne ha rilevato anche che "Maserati e Alfa Romeo sono in grado di esistere solo grazie all'alleanza con Chrysler. Quando c'è un problema per lo sviluppo dell'Alfa posso avvalermi di tutte le risorse, i talenti all'interno della struttura del gruppo, prima non era possibile".
Niente annunci sul partner. Al termine di un’assemblea “speciale”, con la quale “tutto è cambiato per sempre” (parole di Elkann), il Ceo si è intrattenuto in conferenza stampa con i giornalisti. "Non ho niente da annunciare. Non ho la minima idea se entro il 2015 Fca renderà noto che ha un nuovo partner", ha specificato. Marchionne non ha voluto neppure fare commenti su possibili colloqui con la General Motors o con "i molti costruttori con cui stiamo parlando su moltissime cose. Il consolidamento del settore automotive è un dato di fatto, in quanto "il mondo è cambiato radicalmente. Credo che bisogna trovare una soluzione per non restare indietro in questo processo che fa cambiare fisionomia al mondo". I risultati di Fca in Europa nel primo trimestre di quest'anno "sono in linea con il quarto trimestre", dell'anno scorso, quando le attività europee del gruppo hanno registrato un Ebit di 32 milioni di euro, ha detto ancora Marchionne rispondendo ai giornalisti. "Siamo all'inizio dell'utilizzo degli stabilimenti in Europa, quando andranno a regime cambierà il risultato economico”.
Novità Ferrari per Monza. Marchionne è escluso che, dopo quello della Ferrari, il gruppo pensi ad altri collocamenti azionari. Per il Cavallino non è stata ancora decisa la sede legale, mentre si pensa a un meccanismo di loyalty, le azioni con voto maggiorato, in funzione dell’ipo. E, sempre a proposito delle “rosse”, ha detto: "La scuderia ha fatto un grande passo avanti, non parlo solo della vittoria a Kuala Lumpur. Credo che ci siano le condizioni per fare progressi significativi a livello di performance. Spero di vedere miglioramenti già in Bahrein. Credo che quando torneremo a Monza la macchina avrà dei cambiamenti fondamentali e avrà novità che ci permetteranno di gareggiare in modo intelligente". "Non possiamo fare gratis i motori per tenere in piedi la Formula Uno", ha ancora osservato Marchionne in merito alla richiesta del patron Bernie Ecclestone che le grandi scuderie diano i motori a prezzi ragionevoli alle piccole scuderie. F.D.R.
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