È vero, di ruote ne ha soltanto tre, e a rigore qui non dovrebbe trovar posto. Ma l'i-Road l'originale proposta "made in Toyota" per il commuting urbano, è troppo originale per non farci un giretto, sia pure di pochi minuti. E poi, quando ricapita l'occasione di guidare un "coso" altrettanto strano, con la trazione anteriore e lo sterzo sull'unica ruota posteriore?
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Caratteristiche. Il titolo di auto comunque gli spetta, a dispetto dei due posti in configurazione motociclistica, non foss'altro perché c'è un volante, e ovviamente ci sono le cinture da allacciare. Oltre a un freno di parcheggio (a pedale) e ai pulsanti D,N,R: come su un'automatica o su un'elettrica, quale l'I-road in effetti è. Anzi, qui i motori elettrici sono addirittura quattro: due, quelli destinati alla trazione, sono alloggiati nelle ruote anteriori, un terzo serve lo sterzo e il quarto, vera chicca del singolare triciclo giapponese, ha il compito di controllare l'assetto. Ovvero, di mandare "in piega" l'I-road da solo, quando si aziona lo sterzo, senza che il pilota sia chiamato a trasferire peso sull'interno. E l'inclinazione è pure consistente, che ci si muova a bassa velocità per far manovra (per girare su se stessi bastano tre metri) sia che si spinga... in pieno. Che vuol dire a 45 orari, che peraltro si raggiungono in un baleno.
Agile e maneggevole. Tutto sommato il triciclo Toyota risulta pure tranquillizzante, una volta che ci si è resi conto che non si corre il rischio di ribaltarsi, a dispetto dell'evidente movimento oscillatorio che si può innescare a colpi di sterzo. Anche perché c'è pure una sorta di Esp che (tramite vibrazioni al volante) si preoccupa di avvisare il driver, quando sta esagerando. Compatto (235 cm in lunghezza e 87 in larghezza) e relativamente leggero (300 kg) l'i-Road è in grado di digerire senza problemi anche il peggiore degli sconnessi: merito degli stessi motori elettrici che provvedono all'inclinazione del veicolo in curva, capaci di disaccoppiare i movimenti verticali delle ruote anteriori meglio di qualsiasi articolazione a ruote indipendenti.
Autonomia. Insomma, un gran bel giocattolo, che promette 50 km di autonomia, calcolati però a 30 km/h costanti: quanto basta per la copertura del cosiddetto ultimo miglio in un sistema di mobilità integrata (per le quali è stato concepito). Un po' poco per ipotizzare un futuro commerciale in quella, del tutto aleatoria, che regna al giorno d'oggi nelle nostre città.
Massimo Nascimbene
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