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Mini
Una fuga d'immagini ha dato il "la" alla ricostruzione della futura tre porte. I cui destini, tra elettrico e termico, sono ancora in parte misteriosi. Di certo arriverà l'anno prossimo, con uno stile che si annuncia più lineare
Superati di slancio i 20 anni della sua seconda vita, per la Mini hatchback è tempo di guardare avanti. Al rinnovamento di una gamma che dovrà affrontare un futuro non facile da decifrare. Infatti, neppure un'icona – e la Mini del 2001 lo è diventata, com'era accaduto alla sua progenitrice del 1959 – può sedersi sugli allori, soprattutto in un periodo in cui si fa sentire sempre più forte la spinta della transizione elettrica. Questo anche se, a dire il vero, l'attuale tre porte include già una versione a batteria: la Full Electric da 184 cavalli, che guidai quand'era ancora allo stadio di prototipo. È una tendenza, quella di trasformare la Mini in una emissioni zero, che di recente ha "contagiato" pure gli esemplari storici, grazie al kit offerto dal gruppo BMW (proprietario del marchio), il quale permette di sostituire i classici motori a benzina con una nuova unità a corrente da 122 cavalli (la trasformazione, comunque, è reversibile).
In ogni caso, l'elettrificazione è uno dei temi caldi sul tavolo, quando si parla della prossima generazione della vettura inglese e dei piani del marchio, che qui cerchiamo di sintetizzare, mettendo in fila le certezze che abbiamo e, laddove non ve ne siano a sufficienza, qualche ragionamento. Perché alcuni aspetti – e proprio quelli più strategici relativi ai sistemi propulsivi e ai luoghi di produzione, che per la prima volta coinvolgono la Cina – restano almeno in parte oscuri. Ma procediamo con ordine.
Nel 2023 – è la stessa Casa ad annunciarlo – verrà presentata una nuova famiglia di auto 100% elettriche, che includerà la tre porte e una crossover, quest'ultima declinata in versione compatta e media. Ma di tutte queste saranno offerte anche versioni endotermiche. Infatti l'ultima, nuova vettura convenzionale della gamma Mini esordirà nel 2025 e l'intera gamma sarà a batteria unicamente dal 2030. Due modelli della nuova generazione – si specifica ancora –, sviluppati da zero per la mobilità a corrente, saranno prodotti in Cina (non è certo se per il solo mercato locale). Inoltre, sempre a partire dal 2023, la Casa prevede di avviare l'assemblaggio dell'erede della Countryman nello stabilimento di Lipsia, in versione termica e ibrida. Tutti gli altri modelli – dice la nota, senza esplicitamente citare le attuali cinque porte, Clubman e Cabrio – saranno realizzati nell'impianto di Oxford, che rimarrà il cuore della produzione del brand. Tornando a noi, quindi, la Mini hatchback avrà senz'altro una versione elettrica, ma continuerà quasi certamente a essere offerta anche nelle varianti a combustione.
Detto ciò, come sarà la nuova tre porte? Una possibile risposta arriva proprio dal Paese del Dragone, dal quale sono rimbalzate via web alcune immagini, che anticiperebbero l'aspetto della Mini a corrente.
Tratti puliti. Sulla scorta di queste foto, abbiamo realizzato le nostre ricostruzioni, che mostrano un format della vettura non stravolto, ma affinato in tanti dettagli che hanno il loro peso. In particolare, il frontale apparirebbe più pulito, includendo una calandra ottagonale ancora più evidente di quella esagonale odierna. Dovremmo ritrovare i tondeggianti e caratteristici gruppi ottici a Led, che però non sarebbero più incorporati nel cofano. Confermate pure le fiancate quasi verticali, ma caratterizzate da maniglie a filo della carrozzeria e da specchi retrovisori di taglia ridotta, per migliorare l'efficienza aerodinamica e, quindi, l'autonomia. Un dettaglio non da poco, per un'elettrica urbana. La parte più innovativa della futura tre porte, però, potrebbe essere la coda, grazie a inedite luci triangolari, collegate da una fascia: un must, ormai. Che farebbe sembrare l'inglesina ancora più bassa e larga di oggi.
Aldilà delle previsioni sulla prossima hatchback, sarà Oliver Heilmer, capo dello stile della Casa dal 2017, a gestire il cambiamento. L'uomo che già nel 2020 aveva stupito tutti con la concept Vision Urbanaut, una monovolume a guida autonoma che della Mini non aveva nulla. Ma che potrebbe comunque arrivare alla produzione, in virtù del suo innovativo – di sicuro per il marchio – modo di concepire lo sfruttamento dello spazio. Ebbene, Heilmer è un deciso sostenitore della semplificazione estetica, per cui dobbiamo immaginarci le sue creazioni future – quindi, non soltanto la tre porte – caratterizzate da pochi, importanti elementi, al fine di mettere in evidenza l'essenziale, che consentirà di riconoscere subito il modello. Quanto alla taglia, non ci sono conferme: dalle immagini filtrate sembrerebbe un po' più piccola dell'attuale (lunga 3,86 metri), ma potrebbe trattarsi di un effetto ottico dovuto all'abbinamento tra passo relativamente lungo e sbalzi ridotti.
Per l'abitacolo si vocifera di novità di rilievo. Per esempio, la possibile eliminazione della strumentazione davanti al guidatore, sostituita dal solo head-up display, così da concentrare il tutto nel grande monitor sulla console, come avveniva – con le dovute differenze – sul modello originario. Alcuni comandi, invece, potrebbero essere riuniti in una plancetta "alta", in cui sarebbero più facili da raggiungere rispetto a quelli di oggi, caratteristici nella loro foggia rallistica.
E la John Cooper Works... Se la quarta Mini hatchback moderna sarà offerta anche in versione termica, dovrebbe nascere, come ipotizzato, su una variante della piattaforma Faar – evoluzione della Ukl della generazione attuale –, che ha dato i natali alla BMW Serie 1 e sulla quale saranno realizzate anche le nuove Serie 2 Active Tourer e X1. Non si sa ancora, invece, se la versione a batteria che verrà prodotta in Cina, grazie alla joint venture con la Great Wall, disporrà di una piattaforma dedicata.
Tornando alle motorizzazioni termiche, già oggi la più piccola delle Mini è disponibile in molti mercati (Italia inclusa) nelle sole varianti a benzina. E così sarà per la serie in arrivo nel 2023. Sembra dunque logico pensare di ritrovare l'1.5 tre cilindri, declinato in diversi livelli di potenza, e il 2.0 a quattro, a sua volta disponibile in almeno due versioni. Quanto alla sportiva John Cooper Works, il brand è al lavoro sulla propulsione elettrica, anche se non è dato sapere quando questa svolta epocale avverrà.
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