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Alfa Romeo
Da un lato una gamma a ruote alte che, sulla carta, si è arricchita anche di una sport utility di fascia E. Dall'altro, modelli vicini all'asfalto e... al cuore. Ecco tutte le novità del marchio da qui fino al 2028
“La Giulia e la Stelvio sono auto entusiasmanti da guidare. La piattaforma Giorgio, che sta sotto a entrambe, è la più bella architettura per vetture normali, cioè non supersportive, che ci sia in giro”. A parlare non è un alfista di terza generazione, un patriota del made in Italy o un petrolhead svalvolato. Bensì una donna, francese, discreta, misurata, per quanto sotto sotto appassionata lei stessa, in qualità di capo di un brand automotive, DS, che nella galassia Stellantis condivide proprio con Alfa Romeo e Lancia il cluster dei marchi premium. Si chiama Béatrice Foucher e l'occasione informale – una cena in un ristorante romano, tra un'amatriciana e un calice di rosso – è di quelle che si prestano a chiacchierate a cuore aperto. Ci vuole niente ad accorgersi, non senza un pizzico di sorpresa, che la Giulia scioglie l'atmosfera più del vino e che, quando parla delle qualità dinamiche della sua architettura, alla Foucher luccicano gli occhi. E allora, Béatrice, perché rinunciare a un tale bendidio per i futuri modelli Alfa Romeo? “Perché”, risponde con un sorriso mesto, “la Giorgio costerebbe troppo”.
Brusco risveglio. La piega malinconica sul volto della manager d'oltralpe sintetizza bene, in un'istantanea simbolica, l'amara disillusione degli innamorati della bella guida e suona come una brusca sveglia che ci strappa tutti quanti dal sogno romantico nutrito per un po' da Giulia e Stelvio, riconsegnandoci alla realtà, cioè alla fredda e ferrea aritmetica delle logiche industriali. Alfisti di tutto il mondo, mettetevi il cuore in pace: le prossime generazioni della berlina e della Suv attuali saranno realizzate sull'architettura Stla Medium del gruppo Stellantis, destinata alle vetture comprese tra i 4,25 e i cinque metri. Evoluzione – primariamente focalizzata sulla propulsione a batteria – dell'attuale Emp2 che sta sotto, per esempio, ad auto come la DS 7 e la DS 9, tanto per restare nel cluster premium. E, come per Giulia e Stelvio, così accadrà per gran parte degli altri prodotti centrali.
I progetti anno per anno. Eppure, non è detto che non ci sia più alcuna possibilità di vedere un nuovo modello del Biscione che sottopelle conservi l'architettura Giorgio o parti di essa. Scettici? Seguiteci in questo viaggio nell'universo Alfa: proviamo a mettere in fila tutti i progetti e i modelli in arrivo, anno per anno, da qui al 2028. Alcuni attesi, altri emersi un po' a sorpresa da recenti esternazioni alla stampa fatte dal ceo Jean-Philippe Imparato e parzialmente riscontrate da alcune indiscrezioni nell'ambiente automotive.
2025: 33 Stradale
I dealer l’hanno vista. Uno di questi è un prodotto seducente ed esclusivo, che ripercorre all'indietro la storia del marchio e ridiscende fino alle radici della sua identità sportiva, andando a tirare in ballo un nome che più leggendario non si può: la 33 Stradale. Due numerini impressi a fuoco nella testa e nel cuore di ogni appassionato di automobili. E di design. Considerata tra le macchine più affascinanti di sempre, l'Alfa Romeo 33 Stradale, del 1967, potrebbe ispirare un modello contemporaneo a tiratura limitata. Secondo alcune voci, sarebbe già pronto un piano per una supercar siffatta, da realizzare nel 2025 in soli 33 esemplari, di cui circa la metà elettrica e la restante a combustione, con motore centrale, da vendersi a prezzi conseguenti. Alcuni rendering dell'auto sarebbero già stati mostrati alla rete distributiva o, quantomeno, ad alcuni dealer selezionati.
Dalla 33 Stradale alla Duetto. Non sappiamo se il volume sia attendibile, ma la strategia è piuttosto chiara. A cominciare dalla 8C Competizione, nel 2007, per finire con le Giulia GTA e GTAm del 2021 (500 esemplari), le serie limitate si sono rivelate un completo successo d'immagine e commerciale (tutte vendute, e a prezzi alti). A suggerire l'idea della 33, in una chiacchierata informale con la stampa, è stato lo stesso Imparato, che poi ha anche aperto all'idea di una spider: "Se raggiungo un buon livello di business, sono certo che Carlos Tavares (il ceo di Stellantis, ndr) e io potremo parlare anche di dream car, perché in futuro serviranno a sostenere la narrazione dell'Alfa. Non è per domani, ma un giorno mi piacerebbe avere un'auto come, per dire, la Duetto". Sogni, se così vogliamo chiamarli, che sono quindi vincolati all'ottenimento dei risultati di redditività del brand. Insomma, per quanto il rilancio del marchio poggi per forza di cose su modelli razionali, di larga diffusione e versatilità d'impiego nella vita quotidiana, in una parola Suv (con una gamma articolata che coprirà dalla fascia B fino al segmento E), non è vero che non sarà coltivato anche l'aspetto più emozionale. Tanto da poter quasi parlare di una doppia anima del Biscione: una, per l'appunto, a ruote alte, l'altra più attaccata al terreno, fatta di specialty e berline (una in realtà, per ora: la Giulia) dal taglio sportivo, magari affiancate da una gittì.
Progetto Alfa nativo. Tra una 33 Stradale e una Duetto, comunque, le probabilità di arrivare sul mercato sono più alte per la prima che per la seconda. E il motivo, è facile capirlo, risiede proprio nella piattaforma. La 33 Stradale, infatti, potrebbe contare su una base già pronta, quella della Maserati MC20. D'altra parte, nel 2018 quel che poi sarebbe sfociato nella sportscar modenese era nato come un progetto in casa Alfa, che prevedeva la realizzazione di una vettura ibrida con motore V6 biturbo in posizione centrale, un secondo propulsore, elettrico, sull'asse anteriore e oltre 700 cavalli di potenza massima. Poi fu deciso che un'auto del genere avrebbe avuto più titolo di esistere sotto l'egida del Tridente, lasciando però da parte il doppio motore in favore di una più tradizionale soluzione termica, a cui affiancare in seguito una variante a batteria. Ora, con il programma 33 Stradale, quell'idea originaria non farebbe che tornare a casa. Inoltre, il telaio della MC20 conserva, specie nell'apparato sospensivo, elementi della Giorgio. Ecco che, come dicevamo prima, l'attuale architettura di Giulia e Stelvio, in uscita dalla porta con la fine del ciclo vita di questi due modelli, sarebbe pronta a rientrare dalla finestra sulla 33 Stradale. Del resto l'esotericità della macchina e il livello di prezzo nell'ordine delle centinaia di migliaia di euro, come minimo, ne giustificano l'impiego. Non per nulla, la Giorgio continua a essere usata in casa Maserati, in un ambito che non è già più premium bensì luxury.
Perché una spiderina è improbabile. Più complesso sarebbe invece rendere sostenibile una riedizione della Duetto, cioè una spider dalle dimensioni compatte e dal prezzo relativamente contenuto: al momento, una piattaforma adatta in casa Alfa non c'è. Per rendere l'operazione a misura di bilancio ne servirebbe una "plug-and-play", cioè pronta all'uso, di una spider nativa, con una formula come quella impiegata per la coppia Mazda MX-5/Fiat 124 Spider, originariamente pensata proprio per una convertibile del Biscione e poi rimpiazzata in corsa dal modello Fiat. Oggi, tuttavia, i margini per quel tipo di collaborazione sembrano più risicati e per questo non abbiamo inserito la scoperta nella carrellata di questa pagina. Anche perché le caratteristiche della piattaforma Stla Medium, possibile alternativa, non la renderebbero particolarmente adatta – per via di un'impostazione che prevede le batterie nel pavimento – a un'auto che per definizione dovrebbe avere una posizione di guida vicina all'asfalto.
I prodotti “core” sono confermati. La chiamata in causa della Stla Medium, in ogni caso, ci fornisce l'occasione per fare il punto sui modelli normali, per così dire, in arrivo nelle "scuderie" del Biscione da qui al 2028. Il cuore della gamma sarà ancora più o meno dov'è adesso con la nuova generazione della Giulia e della Stelvio. Secondo le informazioni di cui disponiamo, arriveranno con tempi capovolti: prima la Suv (che in realtà è più giovane della Giulia), prevista nel 2025, poi la berlina nel 2026. Entrambe dovrebbero essere esclusivamente elettriche, con motori a corrente della famiglia Edm 2 ed Edm 3, che hanno potenze comprese tra 125 e 330 kW (170-450 cavalli). Poiché però i pianali Stla sono compatibili anche con propulsioni endotermiche, se in qualche modo la transizione green dovesse subire rallentamenti, la flessibilità produttiva per adeguarsi al mercato resterebbe garantita. La Stla Medium, di fatto, è un'evoluzione della francese Emp2, che sta sotto a un gran numero di modelli del gruppo, dalla Peugeot 308/3008, alla 508, fino alla DS 9.
Ai due estremi della gamma. Proprio questa flessibilità le consentirà di servire come base trasversale per auto di taglia e segmento molto diversi tra loro. Quindi tutte le Alfa in arrivo, tranne la B-Suv, prevista per il 2024 e basata sulla Stla Small (a sua volta derivata dalla Cmp, che oggi equipaggia Peugeot 208-2008 e cugine), e forse una sport utility più grande, entrata nei piani molto di recente e "spoilerata" da una dichiarazione dello stesso Imparato: "Dal momento che vogliamo essere il marchio premium globale di Stellantis e poiché tutti nel mondo conoscono il nostro brand, voglio commercializzare una Suv di fascia alta. Quindi, sopra il nostro segmento D (la Stelvio, ndr), ci sarà una segmento E, con prestazioni molto elevate". La taglia, sui cinque metri, potrebbe prestarsi indifferentemente all'architettura Stla Medium o Large, quest'ultima accreditata a sua volta di mantenere non pochi elementi della Giorgio. Sul fronte delle ruote alte, c'è poi un'altra sorpresa: nel 2027, lo stesso anno in cui dovrebbe vedere la luce la Suv full size, a calendario troveremo anche la Tonale. La Tonale 2, s'intende, cioè la generazione successiva a quella che ha appena esordito. Il modello attuale, insomma, basato su un pianale ex FCA (quello della Jeep Compass) avrà un ciclo di vita accorciato: cinque anni invece dei canonici sette-otto.
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