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BMW 114d Vs Mercedes A 180 CDI
La nostra prova sprint

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Poche cose, nella vita, sono pericolose come l'elenco degli accessori di un'Audi, una BMW o una Mercedes-Benz, perché basta essere un minimo appassionati per trovarsi in una piccola Disneyland dov'è un attimo sbracare. Cosa che spesso capita con le auto che vi presentiamo nelle prove, dal momento che le Case ci tengono a mostrare tutte le ultime novità anche in termini di accessori. In quest'occasione, però, siamo riusciti a invertire la tendenza, mettendo l'uno contro l'altro il "punto di partenza" di un paio di marchi che incarnano l'idea stessa di auto premium: nella pratica, una BMW 114d Joy e una Mercedes A 180 CDI Executive, due oggetti che costano circa 25.000 euro cadauno.

Caratteristiche. A bordo, le differenze rispetto alle versioni più dotate e costose sono marginali. Dettagli che per il grande pubblico tendono a essere invisibili: qualche tasto in meno qua e là, stoffe dei sedili più sobrie del solito e poco altro. Tutte questioni che, peraltro, si possono appianare con la lista degli accessori, considerando che dal punto di vista della personalizzazione, le potenzialità sono le stesse delle sorelle maggiori. Dal punto di vista tecnico, la 114d può vantare l'esclusiva della trazione posteriore e una ripartizione delle masse pressoché ideale (51% davanti e 49% dietro), mentre la Mercedes ha il tradizionale schema con motore e trasmissione trasversali e trazione anteriore. I propulsori sono stati sviluppati per impieghi diversi: il 1.600 della Serie 1 proviene dalle Mini, mentre il 1.500 della Classe A è addirittura della Renault. Il primo ha basamento di alluminio, il secondo di ghisa. Le sospensioni sono MacPherson davanti e multilink dietro su tutt'e due, ma la BMW sfoggia le versioni più sofisticate: l'avantreno è del tipo con doppio snodo, mentre il retrotreno è a cinque leve. Sulla Classe A, invece, c'è il cosiddetto tre leve e mezzo.

Come vanno. Dentro il cofano, non è il festival dei cavalli: soprattutto nel caso della BMW, che ne ha 95 (14 meno della rivale), potrebbe sembrare elevatissimo il rischio di piazzarsi nel box un'auto sottomotorizzata. E invece no. A salvarla ci pensano i Newtonmetri, che la rendono sempre fluida e morbida: il turbo spinge a tutti i regimi e non si passa la vita col cambio in mano, che sono poi le questioni più importanti. Dalla 114d sarebbe una pia illusione pretendere un carattere irruento o, addirittura, impetuoso. Anzi, se non si cerca l'aggressività, si può rimanere soddisfatti persino della progressione. A badare alle sensazioni, la A 180 CDI sembra più frizzante, più disponibile a eseguire gli ordini impartiti col piede destro, ma ci pensano gli strumenti di Vairano a sancire una sostanziale parità. E poi l'importante sono i consumi, è su questo piano che si gioca il vero confronto tra Monaco e Stoccarda. E qui si può scegliere a occhi chiusi, perché tutt'e due consumano pochissimo. Il vero stacco tra le due rivali è nel ciclo urbano, dove la BMW non riesce a stare dietro ai 17 km/litro abbondanti della Classe A. Si deve accontentare di 14,7 chilometri per ogni litro di gasolio, che rimangono comunque un bel risultato.

In sintesi. Di questi tempi, e forse non soltanto di questi, sono scelte più che comprensibili: si lascia da parte qualche dotazione e un po' di cavalleria, ma tra prezzo d'acquisto, bollo, assicurazione e combustibile risparmiati, si arriva alla fine dell'anno con un insospettabile gruzzoletto in tasca. Il tutto, ed è qui il bello, senza la sensazione di aver lesinato: saranno pure versioni d'ingresso, ma la qualità oggettiva e la capacità di appagare chi è a bordo non risulta poi molto diversa da quella delle sorelle maggiori.

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