Il magazine svedese Teknikens Varld è tornato a inizio luglio a catalizzare le attenzioni del pubblico con l'ormai famigerato test dell'alce, mettendo sotto torchio la Jeep Grand Cherokee. La Suv americana aveva messo in mostra un comportamento preoccupante in quell'occasione, ma in seguito sono arrivati nuovi riscontri di segno completamente opposto dai colleghi di Auto, Motor und Sport.
Accusa e difesa. La rivista svedese ha analizzato il comportamento della Jeep, che all'indomani del test dell'alce è stata etichettata come "pericolosa" e "da ritirare dalla commercio". La rivista tedesca Auto, Motor und Sport, ha invece difeso le qualità del veicolo del Gruppo Fiat-Chrysler: come si legge nell'articolo, la Grand Cherokee ha dalla sua una "notevole efficacia delle sospensioni e dei sistemi di sicurezza". Auto, Motor und Sport va oltre, e sottolinea che "in nessuna delle ripetute prove della Grand Cherokee, eseguite su una pista dell'Allgemeiner Deutscher Automobil-Club (ADAC) e su un tracciato conforme agli standard della International Standards Organization (ISO) si sono registrati distacchi delle ruote da terra né tantomeno situazioni di rischio, anche con manovre non corrette da parte del guidatore, come il totale rilascio del pedale dell'acceleratore". Comunque una prima verifica era stata già effettuata dai tecnici della Chrysler applicando i parametri di Teknikens Varld, ovvero quattro persone a bordo e zavorra nel bagagliaio per simulare il massimo carico. In particolare, una delle sessioni si era svolta in Svezia dopo tre giorni dalla prima "prova dell'alce" eseguita della rivista scandinava con diversi esemplari della Grand Cherokee.
Le ammissioni del pilota. Testimoni dei test sono stati i redattori del sito Allpar.com che ha seguito tutta la vicenda, sia negli Stati Uniti che in Svezia, accertando che non c'è stato alcun inconveniente, né tantomeno un sollevamento delle ruote. "Le conclusioni a cui è giunta la rivista Auto, Motor und Sport – si legge nel sito - confermano le tesi sostenute dalla Chrysler, e cioè che il test sia stato falsato con un sovraccarico per ottenere questo comportamento anomalo della vettura nel repentino cambio di direzione, proprio come può accadere in Svezia se su una strada si deve evitare l'impatto con un alce". Il portavoce della Casa americana Gualberto Ranieri ha dichiarato inoltre che "Ruben Börjesson, pilota di Teknikens Varld, ha ammesso che il sovraccarico era stato di 110 libbre", oltre dunque i limiti previsti dal Costruttore.
I precedenti. Il giornale svedese Teknikens Varld non è nuovo a servizi del genere. Basta tornare indietro di quindici anni per riportare alla mente il clamoroso caso della Mercedes Classe A che si ribaltava evitando un ostacolo a 70 km/h. La Casa tedesca fu costretta a ritirare gli esemplari già venduti, equipaggiarli con l'Esp e modificare le sospensioni. Tre anni fa il test con la Toyota Hilux, ha avuto lo stesso risultato, con il conducente che si è ritrovato a metà percorso con due ruote sollevate da terra, tanto da imporre alla Casa l'adozione dell'Esp su tutta la gamma del pick-up. Nel 2008 toccò alla Renault Kangoo finire sotto l'incudine del test dell'alce, ma questa volta ad opera dei tedeschi dell'Adac. Nel 2010 fu la volta di Citroën Nemo, Peugeot Bipper e Fiat Qubo: la Nemo si ribaltò, mentre la Qubo riuscì a superare l'esame essendo equipaggiata di serie con l'Esp. Sempre nel 2010 anche la Dacia Duster si cimentò in un test dell'alce allestito dalla testata olandese Autokampioen. La prova evidenziò che a 65 km/h la Duster sollevava pericolosamente le ruote, e anche in questo caso la Renault fu costretta a intervenire, rendendo disponibile dal 2011 il controllo elettronico della stabilità.
Silvio Campione
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