Il quartier generale. Marchionne è tornato sulla scelta della sede del Gruppo, confermando che il tema, assieme al nome e agli aspetti organizzativi, verrà affrontato durante il cda del prossimo 29 gennaio. Una decisione non semplice: "Dobbiamo essere molto attenti nell'individuare il nostro quartier generale", ha detto l'ad, sottolineando che il Gruppo opera ormai in tutto il mondo. Optare per gli Usa, o l'Italia, o altrove, resta comunque una decisione "del board". Eppure, lo stesso Marchionne riconosce il dilemma: se da un lato, infatti, Chrysler ha tutto il suo peso economico, con gli Usa a fare da sponda privilegiata per "attirare capitali", l'anima italiana, "per la sua storia e le capacità tecniche, ha il diritto di amministrare Ferrari e Alfa Romeo". Insomma, il nodo non sarà semplice da sciogliere.
Il Biscione. Molto più chiara, invece, è la "visione" del percorso che dovrebbe portare alla consacrazione di Alfa Romeo come marchio premium. Marchionne immagina vetture "leggere, incredibilmente belle e dai motori eccezionali: lavoriamo con discrezione ? ha detto l'ad ? Dobbiamo tornare al dna del marchio". E a un giornalista-appassionato, che chiedeva più dettagli, Marchionne ha risposto così: "Avremo un portafoglio nuovo di zecca. Nel 2015 faremo tante Alfa quante ne potrà comprare". Da Fiat non si deriverà più nulla, mentre per i propulsori Marchionne ha confermato che sarà utilizzato il "know how Ferrari". Infine, essenziali per l'esportazione dei gioielli del Biscione saranno i mercati di Usa e Cina.
I minivan ibridi.
Pur restando scettico sull'elettrico ("abbiamo la 500 venduta in California, perdiamo 14 mila dollari ogni volta che ne vendiamo una", è il leit motiv), Marchionne ha spiegato che ibrido ed emissioni zero sono "strategici" per il mercato Usa: non a caso, il 2016 sarà l'anno in cui il Gruppo introdurrà le tecnologie ibride sui veicoli a stelle e strisce. "Stiamo individuando i modelli più appropriati, saranno minivan". Il primo, questo è già certo, avrà il simbolo Chrysler. Lontana l'Europa: Marchionne non vede sinergie tra la tecnologia ibrida e i segmenti più piccoli diffusi nel vecchio continente. L'investimento previsto in Usa, comunque, è di oltre un miliardo di dollari, anche se non è ancora stato deciso dove si terrà la produzione.
Wrangler e Jeep. Oltre alla rinascita dell'Alfa, l'altro obiettivo che Marchionne ritiene fondamentale per il 2014 è "l'internazionalizzazione di Jeep: dobbiamo portarla ovunque nel mondo". Cina, Brasile. "Abbiamo bisogno di una quota di mercato più ampia nel segmento D ? ha sottolineato l'ad ? La Cherokee ce la può fare, i numeri di dicembre sono incoraggianti e impiegheremo molte risorse per il suo posizionamento". Altro tema "caldo", la Wrangler: "Ne ho una ? ha detto Marchionne ? Ridisegnarla è la cosa più pericolosa che si possa fare. Dobbiamo togliere un po' di peso e aggiornare stile e design, ma senza toccare i fondamentali o stravolgere la natura del veicolo". Le decisioni, in merito, verranno prese nei primi mesi del 2014, ma per le nuove implementazioni serviranno un paio d'anni.
Il diesel negli Usa. Per Marchionne, l'anno decisivo sarà il 2018. E per il suo successo negli States, l'ad intende usare al meglio il know how di Fiat, "storicamente un grande sviluppatore di motori diesel: la tecnologia è fenomenale, mi piace, siamo continuamente al lavoro per migliorarla anche sotto il profilo ambientale", ha aggiunto il manager.
Gli orizzonti. Insomma, per l'ad c'è molto da fare, anche se rispetto ai "tempi bui" del 2008-2009, oggi l'industria automotive Usa è "un mondo completamente diverso: due dei tre colossi sono quasi morti, e ora sono tornati con una nuova leadership. Per noi è stato un viaggio di 5 anni con risultati fenomenali: dobbiamo proteggere ciò che abbiamo e non possiamo sbagliare". In ogni caso, il futuro resta nebuloso: "Ora stiamo bene, sicuramente sopravviveremo ? conclude Marchionne ? Ma se nel medio-lungo termine ci troveremo in un range ideale, ancora non mi è chiaro. Puoi essere piccolo e bellissimo se vendi Ferrari, non berline di larga diffusione. È come essere un pesciolino in un mare di squali".
Davide Comunello
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