Targhe estere
La Motorizzazione civile va in tilt
Sono centinaia al giorno, negli uffici della Motorizzazione delle grandi città, le richieste di nazionalizzazione di veicoli immatricolati all’estero, soprattutto rumeni. Al punto che la recente norma che obbliga a targare in Italia le auto di proprietà di persone residenti da più di 60 giorni nel nostro Paese sta mandando in crisi gli uffici, già in affanno, peraltro, a causa della cronica mancanza di personale. Secondo quanto risulta a Quattroruote, a Milano gli sportelli stanno ricevendo, in media, 100-110 richieste al giorno. A Roma le domande sono circa il doppio, ma sono moltissime altre le sedi della Motorizzazione subissate di richieste, soprattutto in Emilia Romagna e nel Nordest.
Stato e province incassano 500 euro a macchina. La procedura prevede la consegna all’ufficio delle targhe e della carta di circolazione rilasciate dalle autorità del paese in cui l’auto è stata immatricolata e il rilascio di una nuova coppia di targhe e di una carta di circolazione provvisoria, che sarà sostituita dal documento definitivo entro i successivi 60 giorni. L’operazione, ovviamente, ha un costo: 101,20 euro di spese burocratiche a amministrative, l’acquisto delle targhe (41,78 euro) e l’imposta provinciale di immatricolazione, proporzionale alla potenza del veicolo e compresa, a seconda delle province, tra 151 e 196 euro per auto di potenza fino a 53 kW e tra 3,51 e 4,56 euro/kW per le auto di potenza superiore a 53 kW. In media, dicono alcune fonti della Motorizzazione interpellate da Quattroruote, si tratta di circa 500 euro a macchina.
L’alternativa del foglio di via per l’estero. In alternativa, ma sono pochissimi i casi, il proprietario dell’auto può optare per il rientro dell’auto nel paese di originaria immatricolazione. Anche in questo caso, però, se non si vuole rischiare la multa è necessario passare dalla Motorizzazione civile italiana, che provvede al rilascio di un foglio di via e di una targa provvisoria che consente di attraversare indenni il nostro paese fino alla frontiera. Contestualmente la Motorizzazione trasmetterà alle autorità del paese targhe e documenti originali.
Chi sgarra rischia una multa di 712 euro. La corsa all’immatricolazione è stata provocata dal fatto che la norma, in vigore dal 4 dicembre, non prevede alcun periodo di transizione. In pratica chiunque, residente in Italia da più di 60 giorni, viene sorpreso a circolare in Italia con un’auto immatricolata all’estero subisce una multa di 712 euro e l’immediata cessazione della circolazione del veicolo. A meno che, così dice la legge, non si tratti di macchine in leasing o a noleggio senza conducente acquisite da operatori di un altro Stato della Ue che non abbiano sedi secondarie o effettive in Italia. Oppure veicoli concessi in comodato a persone residenti in Italia legate da un rapporto di lavoro con un’impresa di un altro stato Ue o See che non abbia stabilito una sede in Italia. Tutto questo a condizione, però, di tenere a bordo del veicolo "un documento sottoscritto dall’intestatario e recante data certa dal quale risultino il titolo e la durata della disponibilità del veicolo".