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Curiosità

Auto e pubblicità
Gli spot più famosi - FOTO GALLERY

Marco Visani
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Auto e pubblicità - Gli spot più famosi - FOTO GALLERY

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Fiat Panda. "Panda, se non ci fosse bisognerebbe inventarla". Ha già nove primavere sulle spalle, la piccola Fiat, quando nel 1989 va on air questo spot programmato per anni. Non dice nulla del prodotto, ma allude alla sua versatilità con alcuni frame garbatamente ironici.​

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Renault 18. Nel 1980, dopo il timido esperimento della 20, la Renault continua ad aggiungere motori diesel alla sua gamma. Stavolta lo fa a gamba tesa, con un film in cui "il diesel si scatena": una 18, letteralmente incatenata, riesce a sfuggire alle maglie grazie alla potenza del suo propulsore.

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​Paraflu. Non solo auto: nei tormentoni anni '80 ci sono anche i liqudi antigelo. Il più celebre è "Atai Paraflu" dell’agenzia Filmmaster: interamente recitato in lingua inuit, insinua la perfetta riconoscibilità del prodotto Fiat anche al Circolo polare artico, dove lo spot è ambientato.

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​Peugeot 205. Per far colpo sulle bambine, il piccolo interprete di questa pubblicità scrive 205 sulla fiancata della propria anonima macchinina di legno. È un’idea degli anni ’90, nata per sostenere le vendite di un modello al tempo già decisamente maturo. Il claim: "Peugeot 205. Che numero!"

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​Peugeot 206. Il sogno di ogni giovane indiano è possedere una Peugeot 206 (erede, peraltro, della 205 che abbiamo appena visto). Non avendone una, non c'è niente di meglio che adattare una vecchia Hindustan alle sue forme. Creatività anni ’80 applicata, però, nei 2000 (lo spot è del 2002).

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​Lancia Delta. Nel 1982 la Lancia presenta la LX, "versione esclusiva di un’auto esclusiva". la sua madrina è una celebre attrice d’oltralpe che conferma con nonchalance che sì, si tratta proprio di lei ("Oui, je suis Catherine Deneuve").

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​Autobianchi Y10. Dall’autunno 1987, la piccola di Desio trova la consacrazione con una lista di oltre 20 vip che per cinque anni fanno da testimonial sotto l’ombrello del geniale claim "piace alla gente che piace". Tra loro Milly Carlucci, Gerry Scotti, Ruud Gullit, Gino Paoli, Nanni Loy.

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​Citroën CX. I motori potenti hanno sempre solleticato la creatività dei francesi. In questo caso, dell’agenzia Rscg: il velocissimo turbobenzina dell’ammiraglia Citroën, versione 25 GTI Turbo, entra ed esce dalla bocca di Grace Jones trasformata in una sorta di garage. Siamo nel 1986.

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​Innocenti Mini. Qui andiamo più indietro nel tempo. E nei media. Solo giornali (riviste patinate, in questo caso), con un messaggio del 1972 che sottolinea l’esclusività di chi sceglie una Mini, la versione italiana della celebre, piccola inglese costruita a Lambrate dalla Innocenti.

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​Fiat Uno. Con una fantasia che si fa beffe del dizioniario, l’erede della 127 è presentata, in una campagna d’autore firmata da Giorgio Forattini, come "comodosa, sciccosa, risparmiosa, scattosa". Decisamente spiritosa. Ma al tempo ci fu chi le fece il verso con un altro aggettivo decisamente meno generoso.

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Citroën Dyane. Alla fine del 1974, l’agenzia milanese B Communications di Titti Fabiani estrae dal cappello uno slogan che fotografa in modo istantaneo e perfetto lo spirito versatile e anticonvenzionale della Dyane: "L’auto in jeans". Sarà usato per molti anni.​

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​Volkswagen Golf. Probabilmente il migliore spot mai realizzato dalla Casa tedesca, su tutti i mercati: preoccupato da un cigolìo sulla sua Golf II, il conducente la fa visitare da un garagista. Responso: a scricchiolare era l’orecchino della passeggera, debitamente oliato.

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​Citroën Visa. Non molti ricordano la Visa. Meno ancora, la versione diesel del 1985. Peraltro, il relativo spot non sarebbe nulla di straordinario. Ma il messicano che alla fine esulta con un gioioso "Vavavuma!" l’ha resa, nel suo piccolo, immortale.

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Pirelli. Anche se la parte del leone la fanno le Case auto, nella carrellata non poteva mancare un omaggio alla più celebre e insolente pubblicità della Pirelli: nel 1994, per tradurre in immagine il celebre concetto "la potenza è nulla senza controllo", l'azienda mette i tacchi a Carl Lewis.

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Renault. Sino agli anni ’80, andare in concessionaria di domenica era impensabile. La campagna "Porte aperte alla Renault", la prima nel suo genere in Italia, ci fece cambiare abitudini. Più che lo spot, a rimanere in testa è la musica che lo accompagna.​

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​Alfa Romeo Arna. Le sfortune commerciali e industriali che hanno accompagnato questo modello costruito a Pratola Serra tra il 1983 e il 1987 si collegano anche allo slogan che chiudeva il filmato pubblicitario : "E sei subito alfista". Un’idea mal digerita dai duri e puri.

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​Alfa Romeo Giulia. Altra Alfa Romeo, altra epoca: quella in cui le automobili venivano raccontate unicamente sui giornali. Nel 1967, le pagine cosiddette tabellari sono ancora piuttosto noiose. Ma lo slogan "l’ha disegnata il vento", che si concentra sullo stile, si fa notare.

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​Renault Twingo. Dopo aver "smontato" ironicamente i contenuti della primissima Twingo, presentandola come un dentifricio con una grafica anni '50, il restyling del 1997 insiste: stavolta, lo spot sbeffeggia le pubblicità dei prodotti per la pulizia dentale.

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Dacia Duster. Tra gli spot che abbiamo scelto, il più recente (2010) usa ancora una volta l’arma dell’ironia. Una volta saputo dal venditore il prezzo della Duster, la ragazza della coppia commenta: "Solo? Vogliamo spendere molto di più".​

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​Fiat. C’era solo da pubblicizzare uno sconto sulla Punto (2002): ordinaria amministrazione, resa però indimenticabile dalla ragazza che, arrabbiata col fidanzato, promette di uscire col primo che incontra. Il vicino, che ha sentito la scenata, le si para davanti augurandole "buonasera".

Simpatici e alla mano, ma anche dei veri e propri tormentoni con slogan indimenticabili, spesso accompagnati da motivetti molto orecchiabili. Parliamo degli spot di auto in tv, un'invenzione relativamente recente: la loro diffusione risale agli anni ’80, grazie al boom delle reti commerciali: un fenomeno che moltiplicò gli spazi pubblicitari anche sulla Rai. Prima di allora, in televisione di auto praticamente nemmeno si parlava.

Largo alla creatività. In quegli anni, le idee delle agenzie e dei loro copywriter fecero sbocciare filmati promozionali entrati di diritto nella storia del costume. Già, perché fino ad allora le automobili erano state descritte elencando diligentemente le loro caratteristiche, manco si parlasse del libretto d'uso e manutenzione: con gli spot televisivi, invece, si smise di parlare di motori, cilindrate e consumi. E si iniziò a presentare il prodotto alludendo in modo indiretto - e spesso ironico - alle sue potenzialità.

Fantasia latina. Oltre alle campagne televisive dei decenni ’80 e ‘90, quelle a nostro avviso più incisive, la nostra gallery raccoglie anche dei lanci particolarmente forti di epoche precedenti, quando la pubblicità si faceva prevalentemente sui giornali e a suon di cartellonistica. Come potete notare, la parte del leone, in termini di originalità, spunti umoristici e simpatia, spetta largamente ai marchi italiani e francesi. Forse a confermare che la fantasia dei popoli latini non è affatto un luogo comune.