Itinerari in auto
Da Salerno a Marina di Camerota, alla ricerca del Cilento antico
Quasi 150 km di curve tra la costa campana e reperti archeologici greci, lucani e romani. Il viaggio di oggi della nostra rubrica "Itinerari in auto" ci porta da Salerno a Marina di Camerota, passando per Paestum, Agropoli, Velia e Palinuro: luoghi che meritano di essere visitati tanto per la loro bellezza quanto per la loro importanza a livello storico. L'ideale per una gita fuoriporta per la Fase 3 o per un weekend lungo tra mare e cultura, con la raccomandazione di verificare in anticipo le aperture dei luoghi di interesse.
Preziose vestigia di antiche civiltà e gioielli affacciati su uno dei mari più belli d'Italia: possono andare d'accordo? Sì, e questo itinerario lo dimostra, partendo da Salerno e attraversando il Cilento, fino a raggiungere Marina di Camerota. Lasciamo, in seguito, il capoluogo con la strada statale 18 Tirrena inferiore per raggiungere Battipaglia, dove ci si potrà soffermare sul Castelluccio, fortificazione dell'XI secolo, ampiamente rimaneggiata in epoche successive, ma che conserva mura e affreschi originali, e sull'ottocentesca chiesa di Santa Maria della Speranza.
Alla volta di Agropoli. Proseguiamo, quindi, sulla strada statale in direzione di Agropoli, che sorge su un promontorio a picco sul mare: se resistiamo alla tentazione delle sue spiagge e cale, possiamo visitarne anche il borgo antico, il Castello Angioino Aragonese, costruito in posizione dominante, e le chiese della Madonna di Costantinopoli e dei Santi Pietro e Paolo. Siamo, a questo punto, in una terra di dolci colline che si affacciano sulle acque blu del Tirreno, protetta dal parco nazionale che tutela anche il Vallo di Diano, secondo in Italia per estensione, tanto da raggiungere dal mare le prime pendici dell'Appennino campano-lucano, e inserito dal 1998 nel Patrimonio mondiale dell'Umanità da parte dell'Unesco.
Tra Velia e Palinuro. Il percorso che vi suggeriamo passa da Santa Maria di Castellabate, dove si arriva con la s.s. 267, e prosegue sulla medesima statale passando da località come Agnone Cilento e Acciaroli, fino ad approdare al Parco archeologico di Velia, antico centro della Magna Grecia fondato nel VI secolo a.C. con il nome di Elea. Culla della scuola filosofica eleatica, l'antica città diede i natali a Parmenide e Zenone; oggi si possono visitare, tra l'altro, resti di età ellenistica e romana, come una necropoli di età imperiale, la celebre Porta Rosa, che collegava due parti della città e le due sommità dell'acropoli, le terme di Adriano (II secolo d.C.), decorate di mosaici che raffigurano animali e mostri marini, il santuario di Asclepio nell'agorà, l'acropoli, con quanto rimane di un teatro e di un tempio precedente, e differenti quartieri, con abitazioni di epoche diverse. Terminata la visita di Velia, il viaggio prosegue lungo la s.r. 447, che ci condurrà a Palinuro, mentre la s.r. 562 ci permetterà di raggiungere la meta finale del percorso, Marina di Camerota. È il mare, qui, a farla da padrone, sia che lo si voglia contemplare dal promontorio di Capo Palinuro sia che si preferiscano scoprire le numerose grotte e cavità naturali delle coste sia, ancora, che si desideri soltanto rilassarsi sulle spiagge.
Da vedere: Paestum, dai Greci passando per i Lucani e i Romani. Antica città della Magna Grecia, abitata prima dai Greci, poi dai Lucani, infine dai Romani, Paestum offre oggi, grazie al suo parco archeologico, un'esperienza in grado di suscitare vivide emozioni. Le sue origini risalgono al VII secolo a.C.; il periodo di massimo splendore viene collocato fra il 560 e il 440 a.C., prima che i Lucani s'impadronissero della città e finché, nel 273 a.C., Roma ne fece una propria colonia. A colpire l'attenzione dei visitatori sono sicuramente i resti ben conservati, pur se privi del frontone, del Tempio di Hera, moglie di Zeus, la cui costruzione iniziò nel 560 a.C; detto anche Basilica, in quanto luogo di culto, ha una grande sala interna divisa da una fila di colonne centrali. Il Tempio di Atena dominava invece l'area dalla sua posizione sopraelevata ed è datato intorno al 500 a.C: ha una parte interna rialzata rispetto al colonnato, alla quale si accede da una grande anticamera dotata di colonne ioniche. Il Tempio di Nettuno (nella foto qui sopra) è quello più grande e vanta un migliore stato di conservazione: risale alla metà del V secolo a.C. ed è realizzato con grandi massi, collegati tra loro con tasselli, alcuni dei quali sono stati asportati in epoche più recenti per venire impiegati come materiale da costruzione. Tuttavia, è ancora possibile ammirare le tre navate interne, divise da due alti colonnati a due piani, insieme con i punti di ancoraggio delle travi che sorreggevano il tetto di legno, decorato con elementi di travertino e marmo. Va detto anche che l'attribuzione alle varie divinità risulta ancora oggi incerta. In ogni caso, Paestum non è solo un insieme di templi, pur di grande bellezza. Da ammirare sono anche le mura restaurate, lunghe quasi cinque chilometri, alte in origine circa sette metri, dotate di 28 torri di forme differenti e di quattro porte, corrispondenti ai punti cardinali, e la città stessa, con l'agorà, la struttura circolare per le assemblee, la tomba del fondatore, il foro, l'anfiteatro e il campus romani, la piscina e le abitazioni, aristocratiche e più umili. Il Museo, infine, realizzato nel 1952 e poi ampliato, racconta la storia e l'evoluzione della città, illustrandone la vita quotidiana e i riti religiosi e approfondendo temi come lo sviluppo urbanistico e le strutture politiche dell'epoca romana. I suoi gioielli sono, però, le sculture provenienti dagli scavi dell'Heraion del Sele, 18 delle quali sono dedicate alle imprese di Eracle, e le lastre dipinte della cosiddetta Tomba del Tuffatore, unico esempio sopravvissuto di pittura della Magna Grecia. L'immagine dell'uomo che si tuffa nell'acqua sulla copertura del sepolcro simboleggia il momento del passaggio dalla vita alla morte.
IL VIAGGIO IN CIFRE
Distanza totale: 148 km
Tempo di percorrenza: 3 ore (soste escluse)