Cerca

Curiosità

Estate italiana
Anni 90, tra stragi di mafia e top model

Nicolò Minerbi
1 / 6

Estate italiana - Anni 90, tra stragi di mafia e top model

2 / 6

Estate italiana - Anni 90, tra stragi di mafia e top model

3 / 6

Estate italiana - Anni 90, tra stragi di mafia e top model

4 / 6

Estate italiana - Anni 90, tra stragi di mafia e top model

5 / 6

Estate italiana - Anni 90, tra stragi di mafia e top model

6 / 6

Estate italiana - Anni 90, tra stragi di mafia e top model

Gli anni ‘90 sono un punto di svolta, più o meno a loro insaputa. La verità è che questo non è l’ultimo decennio del “secolo breve” solo nei calendari, lo è anche nei fatti. Internet c’è già, ma il digitale non sembra ancora la rivoluzione che sarà. Per ora ci si accontenta di farci giocare i ragazzini (di tutte le età): la Playstation arriva nel 1994.

Anche l’Unione Europea è solo nell’aria e non ancora nelle tasche della gente. E così, mentre mete e destinazioni si cercano come si è sempre fatto su mappe e cartine pieghevoli (quelle che una volta aperte, auguri a richiuderle), a ogni frontiera si devono fare i conti con la valuta del posto. I ricordi? Analogici, si direbbe oggi. Ma allora era normale che le macchine fotografiche impressionassero rullini da 12, 24 o 36 pose. Scatti contati, sviluppi costosi, forse per colpa di entrambe le cose non si immortalano ancora piatti e piedi. Ma solo paesaggi, macchine nuove e tutt’al più le conquiste estive, da mostrare in classe a settembre.

Intanto nel mondo: Berlino diventa la destinazione di studenti americani squattrinati che cercano una soluzione alternativa per stare nel Vecchio Continente senza doversi svenare a Parigi. O Roma. In Jugoslavia comincia la guerra che la farà diventare una delle ennesime “ex” dell’URSS, mentre la Cechia si separa dalla Slovacchia e diventa Repubblica. Ma anche da noi scoppiano bombe: come quelle della mafia che crede di poter togliere di mezzo due supereroi come Falcone e Borsellino. Ma ha fatto male i suoi conti, perché i superpoteri non spariscono, anzi, diventano contagiosi: e il “basta alla mafia” lo si urla finalmente in tutte le piazze d’Italia. La “bomba” che esplode a Milano, invece, farà crollare interi palazzi romani: e fu così che Di Pietro & Co, con le loro “mani pulite”, smantellarono la Prima Repubblica.

Va detto che è stato un decennio interessante anche per le auto. Anzi, soprattutto per le auto. Perché le macchine sono un prodotto industriale complesso, che richiede tantissimo tempo di sviluppo e così, mentre la tecnologia comincia a galoppare, l’automotive arranca per stare al passo coi bit. Per la gioia degli appassionati della meccanica, che nei listini, insieme alle Alfa 155, Fiat Coupé od Opel Calibra (tanto per dirne tre), vedono cose ancora più “dure e pure”. Vere e proprie highlander sopravvissute a sé stesse come Mini, Jaguar XJ40, Alfa Romeo Spider (l’ultima Duetto). Per non parlare delle bicilindriche 126 Bis e Citroën Charleston. O delle Carrera raffreddate ad aria.

Ma i 90 sono anche gli anni dei mondiali di calcio, di quelle notti magiche a rincorrere gol che portano Schillaci sul tetto del mondo, ma purtroppo non la nazionale. Per l’occasione però, oltre a stadi nuovi o ammodernati, arriva un’innovazione che fa più piacere agli automobilisti che ai calcioamatori: il Telepass debutta sulla A1.

In queste estati la Riviera romagnola pompa ancora, le notti sono sempre discotecare. Ma è solo l’onda lunga del “divertimentificio” notturno amato dai baby boomer. Intanto i vacanzieri (ri)scoprono nuove mode: i parchi acquatici e le crociere. Dopo l’Aquafan di Riccione del decennio precedente, a Ravenna arriva Mirabilandia, mentre Costa Crociere, prima va in Borsa e poi approda in televisione con i suoi spot. Che intervallano serie TV come Beverly Hills 90210 e E.R. o il fenomeno cult di David Lynch, Twin Peaks.

L’Italia canta ancora. Con Non è la Rai, ma soprattutto in piazza, col Festivalbar. Il passaggio a Italia 1 lo tonifica e lo ringiovanisce. Per la fortuna dei presentatori, che diventeranno le facce della televisione di domani (che poi è ancora oggi): Gerry Scotti, Amadeus e Fiorello. Al loro fianco le bellezze mutano: da Susanna Messaggio ad Alessia Marcuzzi, via Federica Panicucci. In Formula 1, Schumacher comincia il decennio in verde Benetton per finirlo in rosso Ferrari. A Imola Senna diventa immortale. Che mito, lui, lo era già. Intanto Briatore è un team manager rampante, che gestisce bolidi dentro e fuori dalla pista. Come certificano le foto con quella fuoriclasse di Naomi Campbell. A proposito, vallette, cantanti, bellone varie ed eventuali, devono aggiornare look e guardaroba. Perché sono proprio i ‘90 gli anni che insegnano alla gente che stare al mondo è come sfilare su una passerella. Tutto dev’essere studiato e abbinato: il manifesto delle influencer di oggi viene redatto allora da Linda, Cindy, Claudia e, appunto, Naomi (filosofe estetiche per le quali, come per Seneca o Platone, non serve il cognome). In Italia, il verbo del total look sarà diffuso da Afef, Hunziker e Incontrada: con la trasmissione Nonsolomoda (nata a metà anni ‘80 e approdata su Canale 5 nel 1995). Un nome che è tutto un programma.

Nel ‘98 nasce Google (eBay c’era già da tre anni), arrivano pure le prime macchine fotografiche digitali per tutti. Qualità bassa (1 MB), ma non importa. Il futuro non è mai sembrato così vicino.