Design - Lo scudo del Biscione - FOTO GALLERY
A.L.F.A. 24 HP. La prima auto della storia del Biscione debutta nel 1910, quando la Società Italiana Automobili Darracq, fondata nel 1906, viene acquistata da un gruppo di imprenditori lombardi, dando vita all'A.L.F.A. (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili). Non possiamo ancora parlare di scudo: davanti al motore c’è una tradizionale griglia del radiatore di forma squadrata.
Alfa Romeo RL. Alla classica griglia si aggiunge in seguito la scritta Alfa Romeo nel suo caratteristico carattere. Possiamo trovare un esempio nella RL della foto, che viene prodotta in diverse varianti dal 1921 e in due versioni Corsa. Su un esemplare per il motorsport, ornato con un quadrifoglio verde su sfondo bianco, Ugo Sivocci trionfa alla Targa Florio: nasce così la leggenda del portafortuna del Biscione.
Alfa Romeo 6C 2300. Con la famiglia di sei cilindri progettate da Vittorio Jano debutta sulle strade una griglia del radiatore più stilizzata, che abbandona le forme squadrate per uno sviluppo più verticale, apparendo ora come un vero scudo. Nella foto una 6C 2300 Mille Miglia del 1938, così chiamata in omaggio alle imprese della vettura in occasione della Freccia Rossa.
Alfa Romeo 6C 2500. A partire dagli anni 40, appare un nuovo scudetto sulle 6C, di fatto un triangolo molto stretto. Per esempio, sulla versione Freccia d’Oro della 2500 – che nel 1972 conoscerà una grande popolarità sul grande schermo grazie alla pellicola ''Il Padrino'' – ma anche sulla splendida Villa d’Este nella foto, derivata dalla 6C 2500 Super Sport e così chiamata per la sua partecipazione al celebre concorso di eleganza di Cernobbio.
Alfa Romeo 1900. Lo scudo triangolare ottiene grande popolarità con la 1900, un modello moderno per famiglie che, negli anni della ripresa economica postbellica, segna lo storico passaggio del marchio lombardo a una vera produzione in catena di montaggio. Quest’auto, sul mercato dal 1950, registra la presenza di due grandi prese d’aria accanto allo scudo, evolvendo così il trilobo già inaugurato sulle 6C 2500. Parliamo inoltre della prima Alfa a scocca portante.
Alfa Romeo 1900 Sport Spider. Sulla base della 1900 l’atelier Bertone realizza questa veloce scoperta da 138 CV, capace di toccare i 220 km/h. Il disegno si deve a Franco Scaglione, con alcuni dettagli che verranno ripresi anche in tempi moderni. Primo fra tutti, lo scudetto di dimensioni ridotte.
Alfa Romeo 1900 M. Conosciuta con il nomignolo ''Matta'', questa vettura viene sviluppata dal Biscione nel 1951 per partecipare a un bando per la fornitura di un nuovo veicolo per uso militare, vinto dalla Fiat con quella che sarà la celebre Campagnola. Nonostante ciò, la fuoristrada del Biscione verrà prodotta in quasi 2.100 esemplari tra le versioni AR/51 e AR/52, entrambe con le caratteristiche feritoie della calandra che disegnano il celebre scudo della Casa.
Alfa Romeo Giulietta SZ. La gamma dell’Alfa Romeo Giulietta, che arriva nel 1954 in versione coupé (Sprint), per poi mostrarsi l’anno seguente nella variante berlina, rimane fedele ai canoni della 1900 per quanto riguarda scudo e trilobo. Particolare, invece, è l’interpretazione della Giulietta SZ, disegnata da Ercole Spada per l’atelier Zagato con uno scudo che ne asseconda la forma convessa del muso, ''piegandosi'' come gli orologi ''molli'' dipinti da Salvador Dalì. Qualcosa di simile si era visto in precedenza anche con i vari prototipi della 1900 C52 ''Disco Volante''.
Alfa Romeo Giulia. Con la famiglia delle Giulia di serie, al debutto nel 1962, lo scudetto ''spezza'' la griglia della calandra, a cui si sovrappone visivamente. Una curiosità: Quattroruote, all’epoca, non apprezza lo stile di questa vettura, che tuttavia si rivelerà un grande successo.
Alfa Romeo Spider. Debutta nel 1967 quella che forse è la più iconica delle auto del Biscione, la Duetto. Lo stile, elaborato dall’atelier Pininfarina, prevede nelle prime due generazioni (la ''Osso di seppia'' e la ''Coda tronca'', così battezzate per la forma del posteriore) uno scudo quasi nascosto, che arretra verso le ruote, e con i listelli orizzontali più distanziati tra loro.
Alfa Romeo 33 Stradale. Prodotta in 18 esemplari a partire dal 1967, è la versione stradale della Tipo 33 per le competizioni. La sua splendida linea, disegnata da Franco Scaglione, prevede uno degli scudi più piccoli di sempre nella storia del Biscione.
Alfa Romeo Montreal. Ben più grande, invece, è lo scudo di questa celebre granturismo del 1970, così chiamata perché presentata in veste di concept all’Esposizione universale di Montreal del 1967. Le sue linee, disegnate da Marcello Gandini per l’atelier Bertone, prevedono uno scudo che appare piuttosto largo e in posizione avanzata piano rispetto ai proiettori, nascosti sotto le celebri palpebre dell’auto.
Alfa Romeo Alfasud. Tra gli anni 70 e il decennio successivo, lo scudo del Biscione si evolve, apparendo sì triangolare, ma con angoli smussati. La terza serie dell’Alfasud, all’esordio nel 1980, mostra appieno questa evoluzione (le precedenti adottavano uno scudo più classico), con una peculiarità: sulla versione ''ti'' nella foto la cornice di questo elemento è rossa, a contrasto con il colore nero della griglia di plastica.
Alfa Romeo 33. Su questa berlina compatta a due volumi e mezzo, qui nella versione 4x4 del 1984, lo scudo ha ormai perso la sua forma triangolare, apparendo ora come un esagono.
Alfa Romeo 164. Sulla grande sedan del 1987, di fatto la prima ammiraglia del Biscione a trazione anteriore, lo scudetto reinterpreta ancora una volta il tema del triangolo: i due angoli superiori risultano smussati e, verso il basso, appare leggermente arrotondato. Per la prima volta, questo elemento risulta integrato nel cofano.
Alfa Romeo SZ. Questa sportiva del 1989 nasce in collaborazione con l’atelier Zagato, che si occupa dell’assemblaggio a Terrazzano di Rho. L’auto, tra le prime vetture disegnate con software Cam e Cad, adotta uno scudetto triangolare.
Alfa Romeo 155. Lo scudo della SZ, impiegato anche sulla scoperta RZ, ispira in parte anche la berlina di segmento D del Biscione, strettamente imparentata con le coeve Lancia Dedra e Fiat Tempra. Questo modello, infatti, adotta uno scudo triangolare – quasi un triangolo equilatero, con gli angoli superiori leggermente smussati – la cui cornice riprende lo stesso colore della carrozzeria. Un lieve restyling successivo renderà cromato questo elemento.
Alfa Romeo 156. Lanciata nell’autunno del 1997, convince subito critica e pubblico, ottenendo il titolo di Auto dell’Anno 1998. Le sue linee disegnate da Walter de Silva trovano nello scudo cromato, la cui sezione inferiore ''annega'' nel paraurti, uno degli elementi più originali.
Alfa Romeo 147. Strettamente derivata dalla 156, presenta tuttavia delle soluzioni stilistiche diverse, che appaiono anch’esse una riuscita commistione tra classico e moderno. Lo scudo anteriore, in particolare, abbandona del tutto le caratterizzazioni viste tra gli anni 80 e 90 per tornare alle più classiche forme degli anni 50. Lo sviluppo verticale di tale elemento, decorato con listelli cromati orizzontali, e le due grandi prese d’aria ai suoi lati, che rievocano i trilobi dell’epoca, sembrano ricordare soprattutto la prima Giulietta del 1955.
Alfa Romeo 8C. Di evidente ispirazione rétro è anche questa poderosa granturismo, disegnata da Wolfgang Egger e prodotta dal 2007. In questo caso, mancano i listelli cromati, ma è presente una cornice a contrasto piuttosto sottile, che riprende i due elementi decorativi posti sulla sezione superiore delle due prese d’aria ai suoi lati.
Alfa Romeo Giulietta. L’hatchback del 2010 adotta una nuova versione dello scudo Alfa Romeo, con listelli e cornice a loro volta integrati in una sezione triangolare di area leggermente più ampia, conferendo a questo classico elemento del Biscione un aspetto tridimensionale.
Alfa Romeo Giulia. Sulla berlina del 2016 – ispirata, non solo nel nome, al glorioso passato del marchio – si è scelto di adottare uno scudo molto più largo rispetto al passato. Come sulla 8C mancano i listelli cromati, mentre una modanatura a ''V'' piuttosto sottile viene collocata al suo interno. La stessa soluzione verrà ripresa anche dalla più gettonata Stelvio e ispira all’epoca i restyling di Giulietta e MiTo per la loro ultima fase di carriera.
Alfa Romeo Tonale. Anche sull’attesa Suv del Biscione, arrivata sul mercato nel 2022, lo scudo appare piuttosto largo, ma, in questo caso, è disegnato da una cornice tridimensionale, con finitura opaca o lucida e colori diversi a seconda delle versioni.
Alfa Romeo 33 Stradale. La rievocazione moderna dell’omonima supercar del Biscione è un modello per pochi facoltosi clienti, essendo previsto in soli 33 esemplari, tutti già venduti, che verranno assemblati artigianalmente dalla Touring Superleggera. Questa vettura adotta un nuovo scudo tridimensionale, che potrete ammirare con maggiori dettagli nella prossima immagine.
Alfa Romeo 33 Stradale. La forma concava dei singoli listelli, infatti, contribuisce alla tridimensionalità dello scudetto della 33 Stradale, che in alternativa può avere un elemento più classico su richiesta del cliente.
Piccolo, grande, cromato, tridimensionale o con finiture specifiche. Un po’ come il doppio rene della BMW, sono innumerevoli le declinazioni del classico scudo che appare sulle vetture Alfa Romeo: un elemento che le rende riconoscibili nel mondo, soprattutto se parliamo di modelli prodotti a partire dal secondo dopoguerra. Ecco perché ripercorriamo nella nostra galleria d’immagini l’evoluzione del classico scudo che campeggia sui modelli del Biscione, dagli embrioni della prima metà del secolo scorso alla nuova 33 Stradale, in attesa della nuova B-Suv del 2024: come emerge dai prime immagini del progetto 966, la crossover dovrebbe infatti adottare un’ulteriore evoluzione di tale elemento, segnando il ritorno alla collocazione centrale della targa sul paraurti anteriore.