Halloween 2023 - Quando i numeri sono da paura - FOTO GALLERY
Cavalli in abbondanza: Hennessey Venom F5. Sono ben 1.817 i cavalli della versione di serie di questa hypercar americana, che rifiuta i più moderni ausili dell’elettrificazione. Il suo motore, che fa largo impiego di alluminio e titanio, è un V8 biturbo di 6.6 litri: deve spingere una massa di soli 1.360 kg, a tutto vantaggio del rapporto peso/potenza e, quindi, delle prestazioni.
Cavalli in abbondanza: Rimac Nevera. La potenza di questa vettura elettrica, destinata a una produzione di soli 150 esemplari, ammonta a ben 1.914 CV. L’auto adotta una batteria da 120 kWh a forma di T che contribuisce a incrementare del 37% la rigidità torsionale della sua monoscocca di fibra di carbonio.
Cavalli in abbondanza: Automobili Pininfarina Battista. Sviluppata in collaborazione con la croata Rimac, quest’elettrica è la prima vettura dell’Automobili Pininfarina, fondata dal gruppo Mahindra che controlla anche lo stesso atelier Pininfarina. Come sulla Nevera, sono presenti qui ben quattro motori elettrici, uno per ruota, capaci di erogare complessivamente fino a 1.960 CV e 2.360 Nm in modalità Furiosa.
Cavalli in abbondanza: Aspark Owl. Un’auto giapponese, ma prodotta in Italia dalla Manifattura Automobili Torino. E anch’essa, manco a dirlo, elettrica. Il suo powertrain a batteria, che si avvale di quattro motori, uno per ruota, eroga ben 1.980 CV e 1.920 Nm.
Cavalli in abbondanza: Lotus Evija. La prima (ma non più unica) Lotus elettrica adotta un powertrain da ben 2.000 CV e 1.700 Nm, con quattro motori, uno per ogni ruota, che devono muovere una massa da 1.680 kg. La batteria da 70 kWh è teoricamente in grado di accettare potenze di carica fino a 800 kW, ben più di quanto siano in grado di erogare le stazioni ultrafast oggi disponibili.
Velocità da capogiro: Hennessey Venom GT. Nel febbraio del 2014, sul circuito del Kennedy Space Center di Cape Canaveral, quest’auto - derivata dalla Lotus Exige, ma equipaggiata con un propulsore GM di 7.0 litri - è stata in grado di toccare i 435 km/h, sancendo un record non ufficiale per l’epoca.
Velocità da capogiro: Koenigsegg Agera RS. Nel 2017 questa hypercar svedese, dotata di un V8 5.0 da 1.160 CV, ha fatto registrare il record della velocità massima per un veicolo di serie: 447,19 km/h. Al volante c’era il collaudatore ufficiale Niklas Lilja.
Velocità da capogiro: SSC Tatuara. Il suo V8 di 5.9 litri eroga 1.350 CV, che salgono a 1.750 utilizzando miscele a base di etanolo. Con tale propulsore, l’auto ha fatto segnare 455 km/h di velocità media (con due passaggi in direzioni opposte dello stesso tratto) in un test svolto nel gennaio del 2021, per poi far registrare nel 2022 – ma con un solo passaggio – una punta massima di 475 km/h.
Velocità da capogiro: Bugatti Chiron Super Sport 300+. Questa hypercar si è fatta notare nel 2019 per aver toccato, in veste di prototipo, i 490 km/h. A seguito di questo record, la Bugatti ha lanciato una serie limitata di 30 esemplari stradali, con le medesime caratteristiche tecniche. Secondo la Casa, il W16 8.0 da 1.600 CV potrebbe spingere questo bolide a velocità addirittura superiori.
Velocità da capogiro: Hennessey Venom F5. Questa sportiva non elettrificata, di cui vi abbiamo dato in precedenza qualche dettaglio tecnico, sarebbe in grado di toccare i 500 km/h. O almeno, così dichiara la Casa, in attesa di una rilevazione ufficiale. Il nome F5, del resto, rappresenta il valore massimo della scala Fujita, relativa alla potenza distruttiva dei tornado.
Velocità da capogiro: Koenigsseg Jesko Absolut. Il suo V8 biturbo di 5.0 litri è in grado di erogare 1.280 CV e 1.000 Nm di coppia, valori che salgono a 1.600 CV e 1.500 Nm con etanolo E85. Secondo la Casa, questo propulsore le consente di raggiungere i 531 km/h.
Accelerazioni brucianti: Koenigsegg Gemera. Questa supercar da 1.500 CV sfrutta un powertrain ibrido (al tre cilindri 2.0 da 600 CV sono abbinati un motore elettrico anteriore da 400 CV e due posteriori da 500 CV l’uno) promette uno 0-100 km/h in soli 1,9 secondi.
Accelerazioni brucianti: Lucid Air Sapphire. Nella versione Sapphire, questa berlina elettrica ha la Tesla Model S Plaid nel mirino. Secondo la Casa, grazie ai suoi tre motori elettrici (uno davanti e due dietro) è in grado di accelerare da 0 a 60 miglia orarie (circa 96,6 km/h) in 1,89 secondi.
Accelerazioni brucianti: Pininfarina Battista. L’italiana, di cui vi abbiamo parlato in precedenza, è in grado di completare lo 0-100 km/h in 1,86 secondi: questo valore è stato ottenuto Casa nel 2022 a seguito di alcuni test d’omologazione effettuati all’autodromo di Dubai. In quella stessa circostanza l’auto ha fatto registrare un altro numero da primato, impiegando solo 4,7 secondi sullo 0-200 km/h.
Accelerazioni brucianti: Rimac Nevera. Nello scorso maggio questa hypercar, di cui vi abbiamo parlato in una delle precedenti immagini, ha fatto registrare diversi record di accelerazione, tra cui il classico 0-100 km/h completato in soli 1,81 secondi. Da primato anche il valore dello 0-400 km/h: 29,93 secondi.
Accelerazioni brucianti: Aspark Owl. Nello stesso periodo, questa hypercar giapponese, già menzionata in precedenza, ha staccato sul circuito di Misano uno 0-100 km/h in 1,72 secondi.
Accelerazioni brucianti: Dodge Challenger SRT Demon 170. La più potente delle Challenger di serie adotta una versione del celebre V8 6.2 Hemi da 1.025 CV e 1.281 Nm, che è in grado di spingere questa muscle car da 0 a 60 miglia orarie (96,6 km/h) in soli 1,66 secondi, con un’accelerazione in partenza di 2g. In questa veste la Challenger risulta inoltre la prima vettura di serie a coprire il quarto di miglio in meno di 9 secondi.
Tra zucche decorative e "trick or treat" di bambini alla porta, approfittiamo di questa giornata di Halloween 2023 per mostrarvi una carrellata di sportive sicuramente da paura (ma non da film horror): parliamo di vetture stradali tra le più emozionanti degli ultimi anni, con potenze iperboliche, velocità pazzesche e accelerazioni fulminee. Prestazioni, a scanso d’equivoci, da considerare con cautela, poiché calcolate, rilevate e dichiarate dalle Case con criteri non sempre omogenei (la sottrazione del valore di rollout sui tempi di accelerazione, per esempio, è una tendenza in crescita tra chi produce "auto da 3 secondi"), ma pur sempre indicative di indubbie doti dinamiche.