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Carburanti
Perché il prezzo del diesel sta per aumentare ancora una volta

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Carburanti - Perché il prezzo del diesel sta per aumentare ancora una volta

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Carburanti - Perché il prezzo del diesel sta per aumentare ancora una volta

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Carburanti - Perché il prezzo del diesel sta per aumentare ancora una volta

“Acceleriamo l’allineamento tra le accise di gasolio e benzina approfittando di una situazione dei prezzi di mercato degli oli particolarmente depressa”: queste le parole del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti,nel corso della conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri che ha approvato il disegno legge Bilancio 2026. Una Manovra da 16,7 miliardi di euro che il premier Giorgia Meloni definisce “seria", concentrata su “famiglia e natalità, riduzione delle tasse, sostegno alle imprese e sanità”. Ma a cosa si riferisce Giorgetti? Al fatto che il gasolio, inevitabilmente, aumenterà ancora.

Obiettivo parità

All'inizio del 2025, il governo ha varato la riforma delle accise sui carburanti, rispettando le direttive comunitarie sull’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi (Sad): non ha più senso - sostengono Bruxelles e Roma - il differente trattamento tributario tra diesel e benzina impiegati come carburanti riguardo all’impatto negativo in termini di CO2, che vede le tasse del primo inferiori rispetto a quelle del secondo. Quindi stop alla disparità fiscale e via libera a una tassazione uniforme.

Il primo passo a metà 2025

Il 14 maggio è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto interministeriale che stabilisce l'aumento delle imposte sul diesel e la contestuale riduzione di quelle sulla benzina. L’aliquota di accisa applicata alla benzina è ridotta di 1,50 centesimi di euro per litro, mentre quella applicata al gasolio impiegato come carburante è aumentata di un pari importo. Con le nuove imposte, la tassa sulla verde scende da 0,7284 euro/litro a 0,7134 e quella sul gasolio sale da 0,6174 a 0,6324 euro. Il provvedimento sarà seguito ogni anno da un'analoga disposizione: questa darà seguito al decreto legislativo, approvato a metà marzo, che ha stabilito il riordino e il progressivo allineamento in cinque anni delle due accise. 

Aumenti per cinque anni

Dal 2025 e per cinque anni, l’accisa sul gasolio verrà gradualmente allineata a quella sulla benzina, con un rincaro della prima e una riduzione della seconda: si produrrà un aumento di gettito che confluirà nel fondo per il trasporto pubblico locale. Pareggiando le tasse, lo Stato incasserà un surplus di gettito ogni 12 mesi: circa 100 milioni in più il primo anno, quindi 200 milioni il secondo, e 500 milioni il quinto. A fissare l’aliquota sarà un decreto interministeriale (Ambiente, Economia, Infrastrutture, Agricoltura) da emanarsi ogni anno. 

Il ministro gioca d’anticipo

Con la Manovra 2026, Giorgetti intende rendere tutto più veloce, approfittando del fatto che i prezzi dei carburanti si sono di recente stabilizzati: così, si limiterebbero (questa la nostra traduzione delle parole del ministro) contraccolpi troppo pesanti per i consumatori e le categorie professionali che utilizzano il gasolio. L’incasso in più contribuirà a coprire i provvedimenti del disegno legge Bilancio 2026.

Le incognite

Allineamento entro cinque anni, e gradualmente, dice la norma: pertanto lo strumento è flessibile, e in quel contesto temporale Giorgetti intende muoversi. Nessun accenno neppure all’entità del rincaro. In passato, il ministero aveva precisato che l’intervento non si sarebbe tradotto nella scelta dell’innalzamento delle accise sul gasolio al livello di quelle della benzina, ma in una rimodulazione delle due: un aumento delle tasse sul diesel e una diminuzione di quella sulla verde, per raggiungere un livello comune. Per ora non è dato sapere come il governo opererà nell’immediato per accelerare la parificazione dei due importi.