FCA
Elkann, fusioni ok, ma solo se di rilievo
"Per ballare il tango bisogna essere in due". È l'immagine plastica con cui John Elkann, presidente di FCA e di Exor, torna sul tema del consolidamento nel settore auto. "Per FCA, guardando alla possibilità di fare qualcosa con 'Quelli Grossi', le nostre analisi interne indicano che si potrebbe ottenere un risparmio vicino ai 10 miliardi di dollari l'anno. Se si proietta questo valore nel tempo, inizia a diventare molto interessante. Ma bisogna essere in due per ballare il tango - scrive Elkann nella lettera agli azionisti di Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli che è socio di riferimento in FCA e Ferrari - e la maggior parte dei nostri concorrenti sono impegnati con le grandi opportunità che la tecnologia 'dirompente' ha da offrire".
Nuove tecnologie. L'effetto sarà davvero dirompente? Alla vigilia delle assemblee di Fiat Chrysler Automobiles e Ferrari (domani ad Amsterdam, con il possibile passaggio di consegne tra Amedeo Felisa e Sergio Marchionne nel ruolo di ceo del Cavallino), Elkann guarda al futuro del comparto e avverte: "Alcuni dei concorrenti di FCA sono convinti che non abbia senso impegnarsi a 'insistere con il passato' (cioè il consolidamento), ma che si debba invece abbracciare il cambiamento dirompente con nuove tecnologie e modelli di business che riguardano il 'settore della mobilità', un mercato due volte più grande di quello relativo alla sola vendita di nuovi veicoli". Per Elkann, "non c'è dubbio che in questo decennio vedremo un massiccio cambiamento come risultato dell'elettrificazione e di altre tecnologie applicate all'auto, spinte principalmente dalla necessità di rispettare la crescente regolamentazione ambientale. Ciò ha anche portato a molte innovazioni nei motori a combustione tradizionali e, se si guarda all'equazione costo totale/ambiente, non è chiaro chi ne esce vincente".
Guida autonoma, car sharing e auto "tradizionale". "Non c'è dubbio che fusioni e integrazioni sono difficili da realizzare e che non tutte hanno successo. Ma come Sergio Marchionne ha dimostrato con la creazione di FCA, possono funzionare se vengono portate avanti nel rispetto delle culture e in maniera razionale", prosegue Elkann citando l'Automotive 2030 Report di McKinsey e sottolineando che "anche con il car sharing, le vendite totali di auto cresceranno da 87 milioni di unità nel 2015 a 116-125 milioni di unità nel 2030. Pure nell'ipotesi di uno scenario caratterizzato da cambiamenti dirompenti, i veicoli condivisi rappresenteranno solo il 9% delle vendite di nuove automobili. Quindi, il 90% e oltre dei veicoli sarà comunque venduto a singoli automobilisti, proprio come avviene oggi. Entro il 2030, in uno scenario di cambiamenti dirompenti, la quota di nuovi veicoli venduti dotati di autonomia di 4° livello, cioè le auto che si guidano completamente da sole, sarà pari solo al 15% del totale". "Quindi l'85% delle auto non saranno completamente autonome e avranno bisogno di qualcuno che le guidi", osserva ancora il presidente di FCA. "In definitiva, anche in uno scenario di grandi cambiamenti, le vendite di auto nuove aumenteranno dai 2,75 trilioni di dollari del 2015 a 4 trilioni nel 2030, un settore ancora enorme. I vecchi e noiosi produttori di autoveicoli dovranno capire come renderlo redditizio - conclude Elkann - il buonsenso mostrato da Sergio ai tempi dell'alluminio (quando gestiva Alusuisse, ndr) è prezioso e valido ancora oggi e il suo approccio pragmatico è di lavorare insieme ai nuovi protagonisti del settore piuttosto che in competizione con loro".
Redazione online