Carenza di autisti
Un problema planetario
Giovani e donne sono due potenziali bacini dove andare a "pescare" nuovi driver. Eppure le difficoltà non mancano. Partiamo delle rappresentanti femminili: in Europa le camioniste sono più o meno il 2% del totale. Troppo poche. E poi il lavoro porta spesso fuori casa e a lungo, i pericoli lungo la strada non si possono negare e vivere in un mondo fatto a misura di uomo (anzi, spesso complicato pure per loro) non è facile, anche solo pensando alla carenza di servizi, primi fra tutti bagni e docce lungo le strade. Per quanto riguarda i giovani, invece, gli ostacoli sono almeno di tre tipi: patente e Cqc, la carta di qualificazione del conducente, costano circa 5.000 euro senza contare, anche in questo caso, che il lavoro è tra quelli meno considerati da amici e opinione pubblica in molti Paesi europei, Italia compresa. E poi per ottenere comunque la patente si devono avere almeno 21 anni, ma spesso 24, secondo la categoria del veicolo da guidare. E a quell'età è probabile che chi aveva bisogno di lavorare abbia già trovato un altro impiego, dimenticando il camion.
Abbassare l'età per le patenti. In Austria, la Wko, direzione federale della Camera di commercio, ad agosto di quest’anno ha proposto di abbassare a 17 anni l’età per le patenti C e D, a patto che ci si affianchi per un periodo sufficientemente lungo a un autista esperto. In Spagna la Cemt, Confederazione spagnola del trasporto merci, esorta le autorità a cercare soluzioni alla carenza di professionisti del volante, perché in caso contrario le conseguenze potrebbero essere devastanti per l’economia e per l'itero Paese. In Gran Bretagna, con la pandemia e la Brexit, le associazioni stimano che manchino circa 100.000 lavoratori nel trasporto e nella logistica. Un servizio della BBC sull’argomento elenca le tante difficoltà di una vita da camionista, un professionista - secondo molti diretti interessati - con molte competenze e responsabilità, il quale svolge un impiego indispensabile per la società, ma che soffre di una bassa reputazione nei confronti dei cittadini. E intanto il problema diventa sempre più serio. La britannica Transport Intelligence, autorevole fonte di ricerche di mercato nel settore dei trasporti e della logistica, stima in 400 mila i camion vacanti in Europa, confermando in parte il ruolo dei Paesi più pesantemente colpiti: la Polonia (124.000), il Regno Unito (fino a 76.000) e la Germania (fino a 60.000). La società individua anche alcune soluzioni al problema. Sono elencate qui di seguito, ma quante di queste sono effettivamente o rapidamente realizzabili? Aumentare la paga, orari flessibili, introdurre bonus, coinvolgere i camionisti nell’azionariato delle aziende. E poi, programmi di reclutamento per le donne, sensibilizzazione nelle scuole, corsi di formazione. E intanto, prosegue la solita giostra: le aziende lamentano la mancanza di autisti e questi ultimi le condizioni di lavoro. Avanti così.
Paolo Barilari