Alimentazioni a confronto
Benzina, gasolio oppure…
Bisogna farsene una ragione. I tempi in cui per scegliere il modello da acquistare ci si poteva basare su poche, semplici equazioni sono passati per sempre. Una volta, se facevi tanti chilometri, ti consigliavano senza esitazioni il diesel. Se invece giravi fondamentalmente in città e avevi un budget ridotto, senz'ombra di dubbio quella che faceva per te era un'utilitaria a benzina. Poi, per carità, si poteva dibattere a lungo se per soddisfare le esigenze rispetto a passeggeri e bagagli sarebbe bastata una berlina o fosse necessaria una station wagon, ma niente da togliere il sonno. E non dovevi perdere il senno se, volendo risparmiare sul pieno, c'era da capire se fosse meglio il metano oppure il Gpl. Bastava qualche riflessione supplementare. L'ibrido era soltanto quello che adesso bisogna chiamare full per distinguerlo dal mild e dal plug-in. Le elettriche un'opzione riservata agli happy few.
All’insegna dell’incertezza. Oggi tutto si è complicato all'inverosimile: i tempi di consegna si allungano, le soluzioni di alimentazione si moltiplicano e a tutto ciò si aggiungono altre variabili impazzite. Come il prezzo dei carburanti alla pompa. A preoccupare e a disorientare non è soltanto il rialzo generalizzato, seppur altalenante, di tutti i combustibili. Confondono le idee pure fenomeni che qualche mese fa erano semplicemente impensabili. Il gasolio costa più della benzina. Fare il pieno di metano è diventato un salasso insopportabile. Quest'ultimo ribaltamento, almeno, ha il vantaggio di eliminare, almeno per il momento, il gas naturale compresso dall'elenco delle possibilità.
Le limitazioni alla circolazione. Poi, nelle grandi città, ma anche in quelle che non possono fregiarsi del titolo di metropoli, bisogna considerare le limitazioni alla circolazione imposte da amministrazioni locali che impediscono – o potrebbero in futuro impedire – l'uso di automobili che si fatica a considerare vetuste, a partire dalle diesel Euro 5. Abbiamo raccolto i divieti attualmente in vigore. Dai quali si evince, per esempio, che una vettura a gasolio acquistata oggi, tra otto anni non potrà entrare a Milano. E non si parla del centro storico, ma dell'intera area comunale, o quasi. Gli abitanti del capoluogo lombardo, almeno, sanno quello che li aspetta da qui alla fine del decennio. Sempre che un cambio di giunta non intervenga ad ammorbidire alcune misure. Altrove, quello che succederà rimane ancora un mistero. Ma la conclusione resta la stessa: l'unica certezza è l'incertezza.
BOLOGNA Da lunedì a venerdì e domenica, dalle 8.30 alle 18.30, esclusi festivi: benzina Euro 2 e precedenti; diesel Euro 3 e precedenti; Gpl e metano Euro 1 e precedenti.
BOLZANO Da lunedì a venerdì, dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19, esclusi festivi: benzina Euro 1 e precedenti; diesel Euro 3 e precedenti.
FIRENZE Area Ztl e viali di circonvallazione (tra viale Amendola e della Giovine Italia
e piazza della Libertà), da lunedì a venerdì, dalle 8.30 alle 18.30: benzina Euro 1 e precedenti; diesel Euro 4 e precedenti.
GENOVA Zona centro (esclusa sopraelevata Aldo Moro e rampe), da lunedì a venerdì, dalle 7 alle 19: benzina Euro 1 e precedenti; diesel Euro 2 e precedenti.
MILANO Area B, da lunedì a venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, esclusi festivi: benzina Euro 2 e precedenti; diesel Euro 4 senza Fap, Euro 4 con Fap di serie e campo V.5 > 0,0045 g/km o senza valore, Euro 3 ed Euro 4 con Fap di serie e con campo V.5 carta circolazione <= 0,0045 g/km, Euro 4 e precedenti con Fap aftermarket installato entro il 31/12/2018 e con classe massa particolato pari almeno a Euro 4, Euro 4 con Fap aftermarket installato dopo il 31/12/2018 e con classe massa particolato pari almeno a Euro 4, Euro 5.
Da ottobre 2025 Da lunedì a venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, esclusi festivi: benzina Euro 3; diesel Euro 6 leggeri A-B-C acquistati dopo il 31/12/2018.
Da ottobre 2028 Da lunedì a venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, esclusi festivi: benzina Euro 4; diesel Euro 6 leggeri A-B-C acquistati entro il 31/12/2018.
Da ottobre 2030 Da lunedì a venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, esclusi festivi: diesel Euro 6 D-Temp; Euro 6 D.
MODENA Da lunedì a venerdì e domenica, dalle 8.30 alle 18.30, esclusi festivi: benzina Euro 2 e precedenti; diesel Euro 3 e precedenti; Gpl e metano Euro 1 e precedenti.
Ulteriori livelli emergenziali: diesel Euro 4.
NAPOLI Da ottobre a marzo, da lunedì a venerdì, dalle 8.30 alle 18.30: benzina Euro 1 e precedenti; diesel Euro 4 e precedenti.
PADOVA Benzina Euro 1 e precedenti; diesel Euro 4 e precedenti.
Ulteriori livelli emergenziali (4 giorni consecutivi di superamento 50 g/m3 di PM10), da lunedì a domenica dalle 8.30 alle 18.30, festivi infrasettimanali inclusi: benzina Euro 2; diesel Euro 5.
ROMA Fascia verde (comprende l'Anello ferroviario), da lunedì a sabato, esclusi festivi: benzina Euro 2 e precedenti; diesel Euro 3 e precedenti.
Da novembre 2023 Fino a marzo, da lunedì a sabato, dalle 7.30 alle 20.30: benzina Euro 2 e precedenti; diesel Euro 4 e precedenti.
Da novembre 2024 Fino a marzo, da lunedì a sabato, dalle 7.30 alle 20.30: benzina Euro 3; diesel Euro 5.
TORINO Benzina Euro 2 e precedenti; diesel Euro 2 e precedenti; Gpl e metano Euro 1 e precedenti. Da lunedì a venerdì, dalle 8 alle 19: diesel Euro 4 e precedenti. Ulteriori livelli emergenziali: diesel Euro 5.
RIMINI Da lunedì a venerdì, dalle 8.30 alle 18.30: benzina Euro 2 e precedenti; diesel Euro 3 e precedenti; Gpl e metano Euro 1 e precedenti. Ulteriori livelli emergenziali (tre giorni consecutivi di superamento dei limiti di PM10): diesel Euro 4 (nell'intera provincia).
VENEZIA-MESTRE Da lunedì a venerdì, dalle 8.30 alle 18.30 fino al 17 dicembre, dal 7 gennaio al 30 aprile e dal 1° ottobre al 16 dicembre 2023: benzina Euro 1 e precedenti; diesel Euro 4 e precedenti.Ulteriori livelli emergenziali (arancione-rosso), da lunedì a domenica, dalle 8.30 alle 18.30: benzina Euro 2; diesel Euro 5.
Operazione complessa. In tutto questo, come detto, bisogna fare i conti con un'offerta di motorizzazioni molto più ampia che in passato. Le ibride si sono fatte in tre: la soluzione mild sta colonizzando i listini sul fronte sia dei benzina sia dei diesel; le full sono sempre più numerose e lo stesso accade per le plug-in. Non è sempre facile capire dove stia la differenza e, soprattutto, la convenienza. Quanto alle elettriche, pur avviate per decreto alla supremazia, a oggi presentano tanti innegabili vantaggi e altrettanti, parimenti innegabili, interrogativi. Insomma, scegliere il motore della prossima auto è diventata davvero un'operazione complessa. Qui sotto abbiamo riunito i principali pro e contro delle diverse alimentazioni. Semplificando, necessariamente, quello che semplice non è.
GUIDA ALLA SCELTA DEL MOTORE GIUSTO
Benzina e benzina mild hybrid, perché sì. I propulsori a benzina continueranno a essere sviluppati seguendo le linee di tendenza degli ultimi anni, ovvero: riduzione del numero dei cilindri e della cubatura, sovralimentazionee "aiutino elettrico". Quest'ultimo è il trend più significativo. Come si evince sfogliando i listini, gli ibridi mild (ovvero non in grado di spingere la vettura in modalità a emissioni zero), stanno colonizzando il mercato. Vista la minore severità delle limitazioni alla circolazione nei loro confronti, le auto a benzina sono inoltre particolarmente indicate per un utilizzo urbano. Un altro atout è la buona tenuta del valore residuo, soprattutto nel caso delle mild hybrid. E soprattutto nelle grandi città.
Benzina e benzina mild hybrid, perché no. L'automobile a benzina è invece sconsigliabile per chi accumula percorrenze annuali sopra i 20 mila chilometri. Oltre quel limite, infatti, i propulsori a gasolio esprimono tutte le loro potenzialità: sono intrinsecamente più efficienti, quindi consumano meno e, di conseguenza, emettono anche una quantità inferiore di anidride carbonica. Le medesime considerazioni valgono, al di là delle percorrenze assolute, se l'impiego della macchina viene effettuato prevalentemente in autostrada.
Diesel e diesel mild hybrid, perché sì. L'elevato rendimento termico, superiore a quello dei propulsori a benzina, rende il motore a gasolio molto interessante per chi effettua lunghe percorrenze. L'aumento del prezzo del gasolio, che ormai costa più della benzina, non inficia il suo vantaggio in termini di convenienza in caso di lunghe percorrenze. In media, infatti, una diesel consuma quasi il 20% in meno rispetto a un'omologa a benzina. Ancora più dei benzina, i diesel si avvantaggiano di un'ibridizzazione blanda (mild), anche per quanto riguarda la tenuta del valore.
Diesel e diesel mild hybrid, perché no. L'ostilità dei decisori politici verso i motori a gasolio (peraltro priva di solide basi scientifiche) ha decretato le sempre più severe restrizioni alla loro circolazione in città e, ancora peggio, la sospensione del loro sviluppo tecnologico. Moltissime sono ormai le case automobilistiche che hanno annunciato decisioni in tal senso. Questo ha ricadute anche sulle quotazioni dell’usato: è intuibile che, in linea generale, è difficile ottenere una buona valutazione quando si vuole rivendere un'auto che non può circolare in una determinata area.
Bifuel, perché sì. Se le conseguenze della crisi geopolitica hanno messo fuori mercato il metano, il gas di petrolio liquefatto continua a essere più conveniente della benzina. Inoltre, il miglioramento della capillarità della rete di distribuzione, che ha toccato quota 5 mila stazioni, ha archiviato uno degli svantaggi delle bifuel a Gpl. Diversamente che in passato, se si decide di fare installare l'impianto a Gpl su un'auto dopo l'acquisto, basta rivolgersi a un installatore autorizzato. Non è più necessario, infatti, il collaudo alla Motorizzazione civile.
Bifuel, perché no. A causa del ridotto potere calorifico del gas liquido (5.500 kcal/litro contro i 7.700 della benzina), i consumi aumentano di circa il 30%. Se in passato l'alimentazione con gas naturale compresso presentava limiti legati soprattutto alle caratteristiche del serbatoio e della rete di distribuzione (con le maggiori concentrazioni di stazioni di servizio presenti in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Campania, cosa che del resto prosegue tuttora), oggi l'elemento più negativo è un altro: il prezzo alla pompa. Che si è innalzato a quote così elevate da rendere sconsigliabile l'acquisto di una vettura a metano. Inevitabili, ovviamente, le ricadute sulle quotazioni dell'usato.
Full hybrid, perché sì. Le ibride full, cioè le vetture con doppia propulsione (termica ed elettrica) che, grazie a un accumulatore e a uno o più motogeneratori, sono in grado di percorrere una manciata di chilometri a emissioni zero, sono perfette per un utilizzo soprattutto cittadino o sulle strade extraurbane con molti rallentamenti. La batteria, infatti, si ricarica in fase di decelerazione, recuperando l'energia che andrebbe sprecata frenando. Seppur limitati, i tratti percorsi a motore termico spento consentono di ridurre consumi ed emissioni. In molte Regioni si ottiene una riduzione della tassa di possesso. In altre, addirittura l'esenzione da tre a sei anni.
Full hybrid, perché no. A velocità costante, come si presume debba essere quella mantenuta sulle arterie a scorrimento veloce, le ibride full non possono ricaricarsi e, di conseguenza, la loro comunque breve autonomia in modalità elettrica si riduce praticamente a zero. Quindi, non presentano vantaggi per chi percorre numerosi chilometri in autostrada. Le ibride full sono automobili complesse, dotate di una meccanica particolarmente raffinata, con quel che ne consegue in termini di prezzi di listino.
Plug-in hybrid, perché sì. Rispetto alle full, le ibride plug-in possono contare su batterie assai più capaci, che si ricaricano anche alla rete elettrica. Questo consente percorrenze a emissioni zero di alcune decine di chilometri. Ecco perché l'ibrido plug-in è considerato una tecnologia di transizione tra endotermico ed elettrico puro. La possibilità di percorrere oltre 50 chilometri in modalità elettrica rende le plug-in le automobili ideali per chi deve spostarsi nelle città dove vigono restrizioni alla circolazione. A patto, ovviamente, di poterle ricaricare con regolarità, se possibile a casa, in modo da poter contare su una tariffa inferiore rispetto a quelle praticate alle colonnine pubbliche.
Plug-in hybrid, perché no. Esaurita la carica della batteria, le plug-in si comportano esattamente come le ibride full. Di conseguenza, sono poco indicate per chi deve affrontare lunghe percorrenze. Vero è, tuttavia, che i moderni sistemi di gestione ottimizzano l'utilizzo dell'accumulatore in base alle caratteristiche del percorso caricato sul navigatore. Le ibride plug-in costituiscono un'interessante – seppur costosa – alternativa soltanto se si ha la possibilità di effettuare la ricarica a casa, preferibilmente previa installazione di una wallbox, che ottimizza i consumi. Diversamente, le ragioni che portano a suggerire il loro acquisto calano in maniera drastica.
Elettriche, perché sì. Fare il "pieno" alle elettriche costa meno rispetto a un'auto termica, anche se in modo sensibile soltanto se si effettua la ricarica a una presa domestica. Decisamente inferiore è anche il conto della manutenzione ordinaria. Le elettriche godono dell'esenzione dal pagamento del bollo. In Lombardia e Piemonte a vita; per cinque anni nelle altre Regioni, dove dal sesto si paga soltanto il 25% di quello che sarebbe dovuto per una vettura termica. Molte amministrazioni locali riconoscono alle automobili elettriche il diritto a entrare gratuitamente nelle zone a traffico limitato e a parcheggiare tra le strisce blu.
Elettriche, perché no. Nonostante gli incentivi, acquistare un'elettrica richiede un budget decisamente superiore rispetto a una vettura tradizionale. Anche se la rete delle colonnine si sta espandendo, un lungo viaggio con una Bev richiede ancora un'attenta programmazione. E, salvo rare eccezioni, bisogna considerare che i tempi della ricarica sono lunghi. Se è vero che l'impatto ambientale locale è pari a zero, se si tiene conto dell'intero ciclo di vita del veicolo, le emissioni di anidride carbonica possono essere persino superiori a quelle di una vettura con motore a combustione. Inoltre, se l'energia che le alimenta è ottenuta da fonti fossili, il vantaggio in termini di sostenibilità si riduce ulteriormente.