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Così Tarquini racconta il suo Mondiale - VIDEO

Emilio Deleidi
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L’Italia può vantare nel 2018 un campione del mondo di automobilismo: Gabriele Tarquini si è aggiudicato, infatti, il titolo Piloti del WTCR alla non tenera età (per un driver di questo livello) di 56 anni. Un risultato straordinario, se si considera il livello di competitività di questo campionato che ha visto in lizza una trentina di piloti al volante di vetture di dodici team e di sette costruttori diversi, impegnati in trenta gare (ogni evento ne prevede tre), spaziando dal Marocco alla Cina, dal Giappone a Macao. E proprio su quest’ultimo, terribile, tracciato Tarquini è riuscito a ottenere i punti necessari per conquistare il titolo, battendo di sole tre lunghezze uno dei rivali di sempre, il francese Yvan Muller, al volante come lui di una Hyundai i30 N TCR, ma di una squadra diversa (la MRacing-Ymr Team, invece dell’italiana Brc del driver abruzzese).

Lunga esperienza. A Macao, Tarquini è riuscito a porre rimedio a una situazione che sembrava compromessa alla terza curva di Gara 2 da un contatto che, causando gravi danni al frontale della sua Hyundai, pareva averlo messo fuori gioco. Scattato dalla 14esima posizione in Gara 3, Gabriele è riuscito invece ad arrivare decimo al traguardo, coronando così una stagione che lo ha visto aggiudicarsi cinque corse e ottenere numerosi piazzamenti preziosi. Parte del merito Tarquini lo attribuisce alla i30 N TCR, al cui sviluppo ha contribuito fin dalle prime battute a stretto contatto con l’ingegner Andrea Adamo, vice general manager della Hyundai Motosport Customer Racing. Un compito nel quale gli è stata di aiuto la sua lunga carriera, che lo aveva già visto conquistare un titolo iridato Turismo nel 2009 con la Seat Leon: allora il campionato si chiamava Wtcc e l’abruzzese l’aveva conquistato nell’ultima prova, disputata anche quella volta a Macao. In questa intervista Tarquini racconta il suo 2018 e il significato del successo ottenuto con la Hyundai.