Wrc 2022
La Hyundai simula un intero rally sulle strade piemontesi
C’è un mostro che si aggira in questi giorni per le Langhe. Un mostro di quelli buoni, che non fanno male a nessuno, a patto di non avvicinarsi troppo, naturalmente. Si chiama Hyundai i20 N Rally1 ed è l’arma con la quale la Casa coreana affronterà il Mondiale Wrc del 2022. Ha anche un’anima gentile, questo mostro. Perché, come tutte le vetture che si sfideranno per il titolo iridato del prossimo anno, dalla Toyota Yaris alla Ford Puma della M-Sport, è ibrida e, in certi tratti, si sa muovere (quasi) in silenzio. Ma andiamo con ordine.
Prove corte, distanza lunga. Il team della Hyundai Motorsport, che ha sede in Germania ad Alzenau, ha scelto infatti il Piemonte per condurre un test particolare, che Quattroruote ha avuto il privilegio di poter seguire in diretta. Grazie alla collaborazione degli organizzatori del Rally d’Alba e della BRC Racing, “antenna” italiana della Casa coreana per il motorsport, la squadra ha organizzato la simulazione di un intero rally mondiale sulle strade di Langhe e dintorni. Tre tappe, come da copione, parco assistenza alla sede della BRC Racing di Cherasco, prove speciali disseminate sul territorio, spaziando da La Morra a Santo Stefano Belbo, da Borgo San Dalmazzo a Valdieri. In tutto, quasi 1.500 chilometri di percorso, dei quali circa 420 chilometri di speciali (corte, ma ripetute più volte in entrambe le direzioni, per accumulare esperienza) e 26 chilometri da percorrere in modalità completamente elettrica, nell’attraversamento di alcuni centri abitati, proprio come prevederà il regolamento 2022
Tutto nuovo. Ad alternarsi al volante della vettura, i piloti ufficiali del team, Thierry Neuville, Ott Tänak e Dani Sordo, chiamati a prendere confidenza con un’auto profondamente diversa dalla i20 Coupé Wrc Plus con la quale stanno disputando il Mondiale ancora in corso (e che avrà al Rally di Monza del 18-21 novembre la sua imperdibile conclusione). Per tre giorni, quindi, i driver Hyundai si sono cimentati sulle speciali piemontesi, debitamente chiuse dai commissari di percorso, rispettando i tempi imposti per i controlli orari, facendosi sostituire i pneumatici nei punti assistenza volanti allestiti dai meccanici lungo i trasferimenti, provvedendo al “battery charge” (novità assoluta…) e rispettando le “electric zone” disseminate nel tracciato, come avverrà l’anno prossimo. La macchina si è rivelata ancora un po’ acerba nel suo sviluppo, ma è assolutamente comprensibile, visto che sta muovendo i primi passi su un percorso “vero”, dopo qualche shake down. Tutto, del resto, è completamente inedito, come spiega l’ingegner Andrea Adamo, team director della Hyundai Motorsport. “Le novità sono enormi, tanto da poter parlare di un cambiamento epocale: per la prima volta nel mondo dei rally (non succedeva neppure ai tempi delle famose Gruppo B…), il telaio di base non deriva dalla scocca di una vettura di serie, ma è costituito da una struttura interamente tubolare, voluta un po’ perché le auto stradali sono sempre più delle Suv, quindi risultano difficili da adattare alle competizioni, un po’ per incrementare notevolmente la sicurezza; i crash test sono, infatti, più severi, il disegno del roll-bar è stato irrobustito e ci sono strutture deformabili importanti”.
Doppia propulsione. La seconda innovazione fondamentale è l’adozione del sistema ibrido, che trasforma le Rally1, come si chiama la nuova categoria chiamata a sostituire le Wrc Plus, in plug-in: ci sono un motore elettrico da 100 kW e una batteria uguali per tutti i costruttori, racchiusi in una “scatola” collocata nella parte centrale dell’auto, che vengono usati sia per viaggiare in modalità full electric in alcune sezioni dei trasferimenti designate e indicate con appositi pannelli, sia per gli spostamenti all’interni delle aree adibite all’assistenza, sia, infine, per dare un boost di potenza nelle prove speciali (un albero viene inserito nel differenziale posteriore). Il motore termico, invece, conserva le caratteristiche di base di quelli attuali (si tratta, dal 2011, di 1.600 turbo con circa 400 CV), a parte qualche semplificazione introdotta per ridurne i costi. Una strada che è stata scelta anche per il cambio meccanico sequenziale a 5 marce, che ora non è più azionato con i paddle al volante, ma mediantre una grossa leva centrale. Come si è arrivati a definire queste specifiche tecniche con la Fia? “È stata una scelta un po’ sofferta”, spiega ancora Adamo, “perché sul tavolo c’erano tante visioni diverse, ma alla fine si è trovata una convergenza…”. E che cosa ne pensano i piloti? “Quando scendono da vetture come le Wrc Plus, che rappresentano la punta massima per le corse su strada, con motori, trasmissioni e aerodinamica estremi, per salire su un’auto come le Rally1 ancora all’inizio del loro sviluppo, inevitabilmente un pilota non è contento. Ma voglio ricordare che siamo in una situazione molto meno drastica di quella che provarono nel 1986 passando dalle Gruppo B alle Gruppo A…”. Le performance, ovviamente, miglioreranno col tempo. E lo fanno anche grazie a test completi e strutturati, come quelli che la Hyundai ha condotto sulle tortuose strade delle colline piemontesi in giornate dal sapore quasi primaverile.