Rally Italia Sardegna
Due decimi di emozioni
“Le note, la frequenza e il volume: questi sono i tre canali per navigare un pilota da rally. È un lavoro di empatia dove bisogna ascoltare ogni singolo segnale di chi guida, anche il respiro, per spingerlo a dare più gas oppure per supportarlo a gestire il cronometro”. Con questa frase Carlo Cassina ci accoglie al Rally di Sardegna: vecchia scuola per lui, fece parte dei team Jolly Club-Totip e Martini Racing, navigando campioni del calibro di Piero Liatti e Miki Biasion – solo per citarne alcuni. Parole che vengono accompagnate dal fischio dei differenziali, dai fuori giri dei quattro cilindri ibridi da 500 cavalli delle WRC e dalla terra e dai sassi lanciati in aria dalla trazione senza limiti delle Rally1.
Nostalgia motorsport. Pubblico e fotografi da tutta Europa raggiungono la Sardegna alla ricerca della nicchia più disparata per uno scatto da sogno. Nostalgia da motorsport, insomma. Niente ali di folla che si aprono al passaggio delle vetture (indimenticabili i filmati delle mitiche Gruppo B) ma lo spirito è lo stesso, perché qui la foto d’autore si scova facilmente tra nuvole di polvere e salti da una decina di metri con le ruote staccate dal suolo. Una montagna russa in declinazione motoristica.
Danza al parco chiuso. Ogni giornata di gara viene scandita da tre parchi assistenza, con dodici meccanici che lavorano tutto d’un fiato per rimettere in sesto le vetture messe a dura prova dalla terra sarda. In casa Toyota Gazoo Racing ho potuto ammirare lo spettacolo della coreografia dei meccanici che operano con precisione, come chirurghi. Un piccolo tour al parco assistenza ci ha poi permesso di vedere da vicino la power unit ibride, i differenziali e le sospensioni, ma anche le zavorre da distribuire nei diversi punti della vettura per favorire i trasferimenti di carico a seconda delle peculiarità dei diversi rally. Piccola nota tecnica: l’intero gruppo sospensioni, così come l’impianto frenante, vengono sostituti a fine giornata. Non si scherza sull’affidabilità e ogni centesimo di secondo conta.
Questione di istanti. 0,2 decimi: è questo il distacco con cui l'estone Ott Tänak , su Hyundai, beffa il pluricampione del mondo Toyota Sébastien Ogier. Nonostante il pilota francese abbia letteralmente dominato per l’intero weekend, una foratura all’ultima speciale ha ribaltato un epilogo già scritto. Un colpo di scena, che conferma ancora una volta come il rally di Sardegna sia imprevedibile fino all’ultimo secondo: "Più che un rally", ha osservato lo stesso Ogier a fine gara, "sembrava una gara di cross-country". I conti si chiudono dunque con Thierry Neuville, ancora in testa in campionato, nonostante l’errore clamoroso nella PS8. Giochi ancora aperti, che proseguiranno al Rally di Polonia in programma alla fine di giugno.