F.1, GP Spagna
Piastri detta il passo nelle Libere
È bastato poco a Oscar Piastri per confermare che la McLaren vista a Imola e a Monte Carlo non era tanto diversa da quella che avremmo visto a Barcellona, nonostante la nuova direttiva sulle ali flessibili. Il miglior tempo nelle FP2 del Gran Premio di Spagna – 1:12.760 – è il segnale più chiaro che anche qui a Barcellona il team di Woking sarà la squadra da battere. L’australiano ha sfruttato una configurazione più scarica sull’ala posteriore, identica a quella di Norris, privilegiando la velocità sui rettilinei e cercando più bilanciamento nelle fasi di inserimento. Alle sue spalle, sorprende George Russell, secondo con una Mercedes che sembra essere sulla buona strada, dopo i fine settimana complicati di Imola e Monaco. Merito anche del nuovo fondo, pensato per ottimizzare i flussi al posteriore e aumentare il carico, in particolare nelle curve veloci. Il passo gara del britannico – sviluppato su un long run con la mescola Soft – è stato tra i più convincenti del pomeriggio.
Occhi puntati su Verstappen. Max è terzo a poco più di tre decimi e in questo venerdì ha dovuto fare i conti con una Red Bull nervosa in uscita di curva, ancora lontana dalla precisione dei giorni migliori. Stesso discorso per Tsunoda, in evidente difficoltà con il bilanciamento e solo tredicesimo con una RB21 anch’essa poco stabile. Occhio però a dare per scontata la squadra di Milton Keynes, soprattutto a pensare che Verstappen non possa piazzare il miracolo. Su questa pista, si è sempre espresso al massimo e, risolti i problemi di bilanciamento che affliggono la vettura, il quattro volte campione del mondo potrebbe essere una preoccupazione anche per i due Papaya. A proposito: l’altra McLaren, quelle di Lando Norris, è quarta, ma lontana tre decimi dal compagno di squadra. Un dato che evidenzia quanto il feeling di Piastri con questo tracciato, fin dai primi giri, sia stato particolarmente solido.
Ferrari più attardata. Almeno sul giro secco, non ci siamo. Charles Leclerc ha chiuso quinto a circa mezzo secondo, pagando qualche sbavatura nella simulazione qualifica e un posteriore instabile che non ha aiutato nella fase centrale del giro. Più difficile il pomeriggio di Lewis Hamilton, che si è aperto via radio dicendo al suo ingegnere che la macchina è inguidabile, a conferma delle difficoltà che sta incontrato il sette volte iridato a Maranello. Sesto tempo per Andrea Kimi Antonelli: prestazione solida e senza sbavature per il giovane italiano, che continua a mostrare una maturità sorprendente in questo avvio di carriera nella classe regina. Chiudono la top ten Fernando Alonso (Aston Martin), Pierre Gasly (Alpine) e le due Racing Bulls di Hadjar e Lawson. Buoni segnali soprattutto per l’Alpine – che qui festeggia i suoi 70 anni - che ha ben figurato nei tratti veloci, dove la precisione sull’anteriore fa la differenza. Tra FP1 e FP2, il team francese sembra aver trovato una finestra tecnica favorevole, soprattutto sul fronte del setup.