In prova
Il Piaggio Porter NP6 ha messo il muso
Come si comporta il city truck. La trazione è sempre posteriore, mentre i livelli di equipaggiamento sono cinque (Start, Plus, Top, HD e HD Top), con dotazioni di serie che vanno dal sensore pioggia e crepuscolare alla radio Dab con Bluetooth e presa Usb, dal vano portaocchiali alla chiamata automatica d'emergenza. Ma vediamo come si comporta su strada questo City truck - così ribattezzato dalla Piaggio - che, ricordiamo, viene costruito in Italia sulla base di un veicolo della cinese Foton (e non più un Daihatsu Hijet, come il predecessore). L'accessibilità è stata migliorata e una volta saliti a bordo si apprezza l'ampia visibilità sia davanti sia dietro, attraverso il finestrone sul retro della cabina. La posizione di guida si trova con facilità: resta sempre un po' seduta ma il volante è meno orizzontale di prima. Un piccolo problema l'abbiamo avuto con la cintura di sicurezza, che ha finito per attorcigliarsi all'interno del suo anello sul montante. Chi aveva un certo timore a uscire dall'ambito urbano col vecchio Porter, ora può affrontare con leggerezza anche brevi tratti autostradali. L'assetto ben piantato e una notevole altezza da terra (siamo al livello di un furgone medio) consentono di guardare anche un po' oltre le auto che precedono. Non è comunque un veicolo da lungo raggio l'NP6, anche perché autolimitato in velocità ai 120 km/h indicati. Il telaio a longheroni scatolati integrato alla struttura della cabina è sospeso su un avantreno a ruote indipendenti e su balestre per l'assale rigido posteriore.
Roberto Barone
Estratto della prova pubblicata su tuttoTrasporti di luglio-agosto, n. 451.