La Takata pubblicherà un bilancio in perdita per il terzo anno di fila: il fornitore degli airbag difettosi, protagonisti del richiamo più grande della storia automotive, prospetta infatti perdite per 64 miliardi di yen (529 milioni di euro).
I conti. Il rosso, riportato dalla Reuters, riguarda l’anno fiscale 2016, in chiusura a marzo. Inizialmente, i giapponesi avevano previsto profitti per 165 milioni di euro, ma gli effetti dello scandalo (indennizzi, richiami e multe, come la sanzione da un miliardo di dollari concordata negli Usa) stanno affossando i conti dell'azienda, al momento alla ricerca di uno “sponsor” cui affidare la propria ristrutturazione.
Il patteggiamento Usa. Negli Usa, la partita giudiziaria si concluderà il 27 febbraio con il patteggiamento dell’azienda nell’indagine avviata dalle autorità federali. La maximulta prevede compensazioni per le vittime, i feriti e i 19 costruttori che hanno montato gli airbag. Per quanto riguarda i richiami, sono in corso degli accertamenti sulla ripartizione delle responsabilità, ma Takata potrebbe trovarsi di fronte a spese per oltre 10 miliardi di dollari (9,4 miliardi di euro).
Vittime e feriti. Gli airbag difettosi della Takata sono potenzialmente letali: nell'impatto con altri veicoli, i cuscini possono infatti rompersi e scagliare frammenti metallici verso il conducente e il passeggero. A livello globale, il bilancio complessivo è di 16 decessi e di 150 feriti, con circa 100 milioni di dispositivi coinvolti.
Redazione online
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