Un calo leggero, ma comunque significativo, perché racchiude elementi di potenziale criticità di cui in Volkswagen sono ben consci: il Gruppo tedesco ha venduto 5,04 milioni di auto nuove nel primo semestre del 2015, registrando una flessione contenuta (-0,5%) rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Più consistente il segno negativo in giugno (-4,3% 840.400 unità).
Giù la Cina dopo dieci anni di crescita. L'elemento che più spicca è la contrazione della domanda in Cina. Il mercato più grande al mondo per Wolfsburg ha perso parecchio terreno (-3,9% per il Gruppo, 1,74 milioni di auto in sei mesi, -3% e 1,94 milioni per l'area Asia-Pacifico), segnando per la prima volta dopo dieci anni un calo delle immatricolazioni: era dal primo semestre del 2005 che la Volkswagen non subiva una flessione nel Paese. E se la Casa madre piange (il marchio VW è al -6,9% sui sei mesi in Cina), l'Audi non ride.
Anche l'Audi ha il fiatone. Ingolstadt ha registrato un leggero incremento delle vendite nel Paese (+1,9% nel semestre), ma a giugno ha incassato un -5,8%. Seguito, a distanza di pochi giorni, da un'indiscrezione riportata da Bloomberg, secondo cui la Casa avrebbe abbandonato il target di 600.000 unità per il 2015. Ora si punta al pareggio con le quasi 580.000 vendute l'anno scorso, e al sostegno finanziario dei dealer: sempre secondo l'agenzia, i quattro anelli hanno pronti circa 180 milioni di euro in favore dei concessionari locali.
Europa: ok l'ovest, male la Russia. Rovesci cinesi a parte, il Gruppo VW è cresciuto in Europa, dove ha consegnato 2,11 milioni di auto (+3,7%): un risultato reso possibile dalle buone performance dei mercati occidentali (1,14 milioni, +6,9%) e della Germania (668.300, +6,7%), che hanno arginato la frana est-europea (304.000, -11,6%), imputabile al crollo del mercato russo (84.300, -40,9%).
Americhe: bene il nord, soffre il sud. Forte il chiaroscuro del quadro americano: la regione settentrionale è in crescita del 6% (451.200 unità), con gli Usa al +2,4% (295.000), mentre a sud il calo è in doppia cifra. Il -22,5% del primo semestre (297.300 unità) è legato alla forte crisi del mercato brasiliano (-29,6%, 211.800 unità). F.S.
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