Un chilo per cavallo: questo è il rapporto peso-potenza della Peugeot 208 T16 che Sébastien Loeb condurrà alla Pikes Peak di quest'anno, in programma per il prossimo 30 giugno. La vettura francese dispone di 875 CV, pesa 875 kg, adotta la trazione integrale ed è caratterizzata da un pacchetto aerodinamico adeguato al gravoso compito agonistico che l'attende.
Libera ricerca della massima prestazione. La leggendaria hillclimb del Colorado, dove i mezzi più performanti rientrano nella categoria Unlimited (il nome non ha bisogno di spiegazioni), è da sempre il palcoscenico ideale delle vetture da competizione più esasperate, vista la grande permissività dei regolamenti.
La sfida tecnica. In questo quadro, la principale sfida tecnica che devono superare i partecipanti è quella di ovviare alla rarefazione dell'aria in quota: la gara si disputa tra i 2.865 e i 4.301 metri di quota, e la perdita di potenza dei motori è molto rilevante. La Peugeot, per affrontare la corsa, punterà su un 3.2 V6 biturbo montato in posizione centrale e abbinato a un telaio tubolare su cui è sistemata una carrozzeria in fibra di carbonio.
Brutale come un dragster. L'unità, con angolo tra le bancate di 60°, dispone di 883 Nm e raggiunge il regime massimo di 7.800 giri, spingendo la vettura a una velocità massima di 240 km/h. Impressionanti i dati sull'accelerazione: 0-100 in 1,8 s, 0-200 in 4,8 s, 0-240 km/h in 7 secondi netti. L'unità è assecondata da un cambio sequenziale a sei marce con comandi al volante, mentre il servosterzo è di tipo idraulico.
La parentela con la 908. Molte componenti della 208 T16 sono derivate dalla 908, il prototipo con cui la Casa ha vinto la 24 Ore di Le Mans nel 2009: l'impianto frenante in carbonio (dischi da 380 mm all'anteriore e 355 al posteriore con pinze in alluminio), quello di raffreddamento e le stesse appendici aerodinamiche (l'ala posteriore misura due metri di larghezza) derivano direttamente da quella della vettura utilizzata tra il 2007 e il 2011 nell'endurance, prima con un V12, poi con un V8 HDi.
L'aerodinamica è fondamentale. Viste le alte velocità che si raggiungono nella cronoscalata, all'aerodinamica è stata prestata grande attenzione. Anche il profilo del sottoscocca, responsabile del 50% della downforce totale, è stato curato meticolosamente, così come lo sviluppo delle gomme, realizzate appositamente dalla Michelin e montate su cerchi in magnesio da 18".
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