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Curiosità

Supercar stradali
Le venti auto più potenti degli ultimi anni - FOTO GALLERY

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Bugatti Chiron (1.500 CV). Più di così ci sono solo auto da record, dragster e aerei con motore a reazione. Attesa entro l’anno e proposta a circa 2,5 milioni di euro, ha il 50% della potenza in più della Veyron che sostituisce. La muove un W16 64V quadriturbo di otto litri capace di farle raggiungere i 420 km/h. Velocità alla quale percorre poco più di 500 metri con un litro.

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Koenisgegg Regera (1.500 CV). Gli svedesi non costruiscono solo affidabili e rassicuranti Volvo, ma anche “mostri” di questo genere. Si tratta di un’ibrida con un V8 di cinque litri a benzina abbinato a tre unità elettriche per un totale che la pone ex aequo con la Chiron. Ottanta gli esemplari previsti, prezzo ancora non ufficializzato.

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Koenigsegg One1 (1.360 CV). Il motore è un V8 biturbo di cinque litri. Il nome trae spunto dal rapporto peso/potenza: 1 kg per cavallo. Viaggia a 450 km/h; sette gli esemplari costruiti. Le gomme, sviluppate apposta dalla Michelin per questo modello, reggono un’accelerazione laterale di 2g.

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Bugatti Veyron (1001/1200 CV). La prima Bugatti dell’era VW è stata costruita, dal 2005 al 2015, in 450 unità. Le versioni Super Sport e Grand Sport Vitesse di cavalli ne avevano addirittura 1.200. Ha fatto parlare molto di sé anche per le perdite economiche, valutate in 4,6 milioni di euro per ogni esemplare costruito.

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Ferrari LaFerrari (963 CV). Prima italiana del lotto, è già entrata nella storia: i 500 esemplari previsti, costruiti tra il 2013 e il 2016, sono stati venduti prima che prendessero forma. Sfrutta il principio dell’Hy-Kers derivato dalla F1. È la Ferrari più potente tra quelle stradali (categoria in cui invece non rientra la FXX K, che di cavalli ne ha 1.050).

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McLaren P1 (916 CV). Nei primi anni di questo decennio le hypercar ibride spuntavano come funghi. E come i funghi avevano vita breve: uscita di produzione già nel 2015, ha totalizzato 381 pezzi, comprese le versioni GTR e LM.

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Porsche 918 Spyder (887 CV). Ennesimo esempio di usato… siluro, l’ibrida estrema di Zuffenhausen è stata costruita in 918 pezzi tra il 2013 e il 2015. La parte termica del powertrain è affidata a un V8, mentre i motori elettrici sono due, uno su ogni assale. Sono 2,6 i secondi necessari per l’accelerazione 0-100 km/h.

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SGC Glickenhaus 003S ( oltre 800 CV). Versione stradale (da cui la S della sigla) dell’omologa vettura da competizione (la 003 C) voluta da James Glickenhaus, il Ferruccio Lamborghini d’America. Sarà svelata a marzo al Salone di Ginevra, forte di oltre 800 CV sviluppati dal suo (piccolo, in questo contesto) V8 di 4.4 litri.

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Pagani Zonda Revolucion (800 CV). Di Zonda, la prima Pagani, ne hanno fatte 217. Se l’originaria C12 del 1999 non arrivava a 400 CV, la più estrema di tutte, la Revolucion del 2013, ne scaricava a terra più del doppio: 800 CV tondi. Veniva venduta a 2,7 milioni di euro.

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Mazzanti Evantra (771 CV). Non mettendo in conto la Millecavalli, che sin qui è una one-off, il modello per così dire “base” della piccola factory toscana è stato di recente aumentato da 751 a 771 CV, erogati da un V8 di sette litri che, in epoca di downsizing, onora l’adaglo americano “no replacement for displacement”: niente è meglio della cilindrata.

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Lamborghini Centenario (770 CV). Quaranta esemplari (venti coupé e altrettante roadster), tutti costruiti nel 2016 e venduti a 2,2 milioni di euro ciascuno, per questa derivazione estrema della Aventador che celebra i 100 anni dalla nascita del fondatore della Casa. La ricerca aerodinamica esasperata è la sua cifra stilistica.

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Lamborghini Veneno (750 CV). Per dare la misura di quanto siano “impressionanti" queste auto basta osservare la cattiveria estetica della Veneno, considerare la sua esclusività (ne hanno fatte appena 12, a cavallo tra il 2013 e il 2014, vendute a circa tre miloni di euro) e poi risalire la classifica. E rimanerci male scoprendo che ha metà dei cavalli della Chiron!

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Ferrari F12 berlinetta (740 CV). L’espressione attualmente più elevata delle granturismo classiche di Maranello, intesa come 12 cilindri anteriore e carrozzeria coupé a due porte. Il motore è un 6.2 litri e il prezzo, ancorché inarrivabile per i comuni mortali, è su un altro pianeta rispetto a quello delle hypercar o megacar che abbiamo visto sin qui: “solo” 277 mila euro.

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Lamborghini Aventador S (740 CV). Tre quarti d’ora di macchina separano la storica fabbrica della Lamborghini da quella della Ferrari; nemmeno mezzo cavallo, invece, tra la più recente interpretazione del V12 bolognese e la rivale modenese che abbiamo appena visto. Qui ci sono anche le quattro ruote sterzanti.

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Pagani Huayra (730 CV). Mancava solo lei, a completare il trittico delle supercar emiliane: i cavalli, erogati da un V12 biturbo di sette litri, sono appena dieci meno che sulle rivali con il Cavallino e il Toro. Però la Roadster che sta per arrivare - la vedremo al Salone di Ginevra - dovrebbe averne 800: quanto basterà per sparigliare le carte.

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Ferrari GTC4Lusso (690 CV). Quello che di fatto è un sostanzioso restyling della FF ne ripropone i contenuti sino a pochi anni fa impensabili per le GT di Maranello: quattro posti (e questa non è una novità assoluta), trazione integrale, portellone, quattro ruote sterzanti. Rispetto alla FF i cavalli sono 30 in più.

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Ferrari 488 GTB (670 CV). Anche la berlinetta a motore centrale e con “soli” otto cilindri della Ferrari non scherza: ha appena 20 CV meno della ben più grossa e pesante FF e non a caso raggiunge una velocità di poco inferiore (330 orari invece di 335).

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Chevrolet Corvette (659 CV). Certo, non avrà il fascino di una “Rossa” ma è comunque un'icona dell’automobilismo. Visto che stiamo misurando tutto in termini di potenza, per appena 11 cavalli in meno della 488 si paga un biglietto di poco superiore alla metà: 119 mila euro invece di 212 mila. Con 6.2 litri invece di 3.9.

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McLaren 650S (650 CV). Distanziatissima dalla P1, e prossima a fine carriera (la sua erede, la 720S, sarà a Ginevra), la McLaren “umana” della cosiddetta Sports Series rientra per un soffio in questa classifica. La muove un V8 di 3.8 litri che la spinge a 333 km/h. Costa più della Ferrari 488 GTB: 239 mila euro.

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Chevrolet Camaro ZL1 (640 CV). La più cattiva delle Camaro ha girato in 7 minuti e 29" al 'Ring battendo la Giulia Quadrifoglio e avvicinandosi alla BMW M4 GTS. Segno che una muscle car a fare fanalino di coda - sia pure di una classifica particolarissima come la nostra - proprio non ci sta.

Lasciamo perdere per una volta la ragione. Tanto, è chiaro che con auto di questo genere non ci si va al supermercato e nemmeno in autostrada. O quantomeno, l’autostrada la si imbocca (rischiando i punti della patente fin dai primi metri della rampa di accelerazione) solo per raggiungere la pista più vicina, dove si avrà avuto cura di prenotare qualche ora ovvero ci si sarà iscritti a uno dei tanti track day. Ma l’ipotesi più paradossalmente probabile è che auto di questo genere non viaggino praticamente mai, essendo - per il loro valore presente e la potenziale rivalutazione futura - preziosissimi pezzi da collezione che sarebbe criminale “stampare" contro un guardrail. 

Metà sono italiane. Quelle che potete ammirare nella gallery qui sopra sono infatti le venti auto più potenti degli ultimissimi anni: un mash-up di modelli di piccolissima serie rigorosamente omologati per l’uso stradale. Un garage virtuale in cui le hypercar si incontrano con supercar che, al loro cospetto, appaiono quasi “normali”, e con potenze talmente elevate che sembrano cilindrate. In questo inno all’eccesso (ma insieme al genio ingegneristico applicato al divertimento puro) abbiamo fatto coesistere, in scala decrescente, modelli regolarmente a listino con altri che stanno per arrivare e altri ancora che sono usciti da poco, ma che sarebbe stato ingiusto e incompleto escludere. Piccola nota di orgoglio patriottico: dieci, di queste venti follie a motore, sono state progettate e costruite in Italia.

Marco Visani