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Elettriche
Quelle auto a batteria che furono un flop - FOTO GALLERY

Marco Visani
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Elettriche - Quelle auto a batteria che furono un flop - FOTO GALLERY

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Fiat Panda Elettra. Prima elettrica del marchio, debutta nel 1990 e rimane in produzione sino al 1998. Ha batterie al piombo molto ingombranti, che richiedono il sacrificio dei posti dietro.

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Fiat Panda Elettra. La prima versione ha una potenza di 12,5 CV e fa i 70 km/h; 100 km di autonomia. La Elettra 2 del 1992 ha 18 CV, fa gli 80 km/h ma ha solo 70 km di autonomia.

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Fiat Panda Elettra. La scocca è la stessa delle altre Panda, con sospensioni rinforzate. Anche la trasmssione, con cambio manuale, non cambia. Batterie al nichel-cadmio come optional per fare più strada.

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Fiat Panda Elettra. Sulla parte destra del vano motore (quindi a sinistra, nella foto) c’è una parte del pacco batterie (tutte, dietro non ci stanno). È stata tolta la ruota di scorta (a destra nell'immagine).

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Fiat Panda Elettra. La prudenza non è mai troppa: ecco l’adesivo, applicato sulla portiera lato guida con cui la Fiat allertava sui rischi derivanti dalla mancanza di blocco trasmissione.

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Fiat Cinquecento Elettra. Tra il 1992 e il 1998 vive in parallelo alla Panda Elettra, di cui riprende il motore in versione da 13 CV per 80 km/h. Batterie al piombo-gel o al nichel-cadmio.

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Fiat Cinquecento Elettra. Anche qui, come sulla Panda, niente sedili posteriori e tanti accumulatori. Costa, al lancio, 33,6 milioni: come tre Cinquecento Suite, la versione top di gamma.​

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Fiat Seicento Elettra. Completamente diversa da Panda e Cinquecento, ha quattro posti e il motore (20 CV, 100 km/h, sino a 130 km di autonomia) e la trazione posteriori. Ed è priva di cambio.

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Fiat Seicento Elettra. Accanto alla normale versione di produzione (costruita dal 1998 al 2002) la Fiat allestisce due prototipi: la Elettra H2 Fuel Cell (nella foto) e la Hydrogen.

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Citroën AX Electrique. Debutta nel 1993 la prima elettrica del Gruppo transalpino, più evoluta rispetto a Panda e Cinquecento: batterie al nichel cadmio, quattro posti, 80 km di autonomia.

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Citroën AX Electrique. A La Rochelle, sulla costa atlantica della Francia, viene attuato un programma sperimentale per l’impiego su larga scala di auto elettriche. Ecco una AX in ricarica.

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Citroën Saxo Electrique. La sostituzione della AX da parte della Saxo comporta l’arrivo di una variante elettrica anche di quest’ultima, prodotta in 5.500 esemplari tra il 1997 e il 1999.

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Citroën Saxo Electrique. Come la «cugina» Peugeot 106, ha una velocità massima di 90 km/h e un’autonomia massima di 90 km. Ha quattro posti, che si riducono a due sulla variante commerciale.

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Citroën Saxo Electrique. Nella strumentazione, un econometro al centro e un indicatore di carica residua della batteria (in percentuale) sulla destra.

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Peugeot 106 Electric. Nata nel 1995, condivide la meccanica con la Saxo. Ha 15 CV; otto le ore necessarie per una ricarica completa dalla rete domestica.

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Peugeot 106 Electric. In questa foto, una 106 Electric seconda serie. Si hanno notizie di esemplari che hanno brillantemente superato i 120 mila km senza particolari problemi.

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Peugeot 106 Electric. Come la Saxo, anche la 106 Electric è stata proposta per qualche tempo anche con carrozzeria a cinque porte, in alternativa alla più diffusa tre porte.

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Peugeot 106 Electric. Oltre alle scritte, la distingue dalle versioni benzina e diesel il caratteristico tappo sul parafango destro che ripara l’alimentatore.

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Micro-Vett Porter. Abbiamo incluso in questa rassegna anche la Micro-Vett: pur trattandosi di un’impresa esterna, rappresentava infatti la derivazione elettrica del modello Piaggio/Innocenti.

Sarà o no il futuro dell’automobile, l’elettrico? Di certo, il suo presente è ancora controverso: tutti prefigurano un domani popolato di vetture batteria, ma alla prova dei fatti sono pochissimi quelli che, tra costo d’acquisto elevato, autonomia non competitiva e difficoltà pratiche legate alla ricarica, oggi decidono di acquistarne una. Anche nel primo semestre di quest’anno, stando ai dati diffusi dall’Unrae, le auto a emissioni zero sono state infatti appena lo 0,1% del mercato italiano, esattamente come lo scorso anno.  

Solo citycar. Nonostante il loro cammino non sia semplice, le auto elettriche hanno già un passato: alcuni modelli, infatti, possono oramai considerarsi a tutti gli effetti come vetture da collezione. Sono oramai 25 anni che l’industria dell’auto propone, con grande timidezza, varianti a batteria di modelli normalmente mossi da motori endotermici, benzina o diesel. Abbiamo raccolto, nella gallery in alto, alcune di queste elettriche d’antan, lontane anni luce dalle forme esclusive e dalle prestazioni mozzafiato delle Tesla o di altre elettriche di oggi. Negli anni 90 le "zero emission" erano unicamente auto da città, con autonomie modestissime, prestazioni talmente basse da essere quasi inutilizzabili anche solo in tangenziale e prezzi ancora più elevati, in proporzione, di oggi.

Derby Italia-Francia. Come potrete notare, abbiamo riassunto in questa carrellata solo le proposte delle case costruttrici, evitando quelle che, una ventina d’anni fa, erano regolarmente a listino, ma che venivano proposte da piccoli costruttori di nicchia oggi spariti tra cui – giusto per dovere di cronaca e di testimonianza – citeremo il piccolo commerciale Boxel Staff, la Ligier Torpedo, la Mazzieri Micron. Andando ancora più indietro nel tempo (anni 70) un acerbo tentativo venne fatto dalla Zagato con la Zele.

Partita a due. Rimanendo nell’ambito dei "soliti noti" la partita si giocava, vent’anni fa, tra due soli contendenti: la Fiat e la francese PSA. Fatto curioso, oggi che – appunto – l’elettrica è tanto in voga, questi marchi hanno una presenza ancora più marginale di allora in questo settore. In attesa che le annunciate allenze diano i loro frutti, la Fiat 500e, prodotta solo per gli Usa e – per esplicita ammissione di Sergio Marchionne – non certo con margini di utile, è stata più una mossa politica che un ballon d’essai. Quanto invece a PSA, le sister car Citroën C Zero e Peugeot iOn altro non sono se non un rebadging di un prodotto giapponese, la Mitsubishi i-MiEeV, che ha oramai nove primavere sulle spalle.