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La Ford Escort di Lady Diana

Andrea Paoletti
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Dopo la Range Rover di Bob Marley, la Ferrari 599 GTB Fiorano di Eric Clapton, le Ferrrari 308 GTS e Ford Bronco di Gilles Villeneuve e il "garage" di Steve McQueen, prosegue la mini-rubrica estiva dedicata ad auto appartenute a grandi personalità dello spettacolo, della politica e dello sport: mezzi con una storia importante alle spalle, poi venduti - inevitabilmente - all'asta. Buona lettura!

Se si guarda la storia dell’auto, i vari membri delle famiglie reali sono stati tra i primi a potersi permettere modelli di gran lusso, spesso realizzati in esemplari unici e su ordine specifico, nonché dettagliati fino all’ultimo centimetro di tappezzeria. Senza arrivare agli eccessi del Sultano del Brunei, sono molte le vetture prestigiose che hanno trovato alloggio nei garage di castelli e residenze di campagna. Ma c’è sempre l’eccezione alla regola: è il caso di una delle auto appartenute nientemeno che a Lady Diana.

Una "normale" berlina. Prendiamo, per esempio, una Ford Escort, una berlina media che ha motorizzato generazioni di "working class" britanniche: un’auto solida, affidabile, ma senza grandi pretese. Certo, le versioni sportive, come da tradizione del marchio dell’Ovale blu, sono sempre state oggetto del desiderio degli appassionati, ma erano comunque accessibili, anche perché realizzate in numerosi esemplari. Nemmeno la recente esplosione del fenomeno delle "youngtimer" può quindi spiegare l’incredibile prezzo raggiunto all’asta, lo scorso anno, da una Ford Escort RS Turbo S1 del 1985. Per capire come mai un misterioso acquirente abbia deciso di sborsare addirittura 722.500 sterline - quasi 850 mila euro - partendo da una base d’asta già comunque ragguardevole, circa 100 mila sterline, si devono prendere in considerazione tre caratteristiche peculiari di questa vettura, delle quali una in particolare è quella che ha scatenato la guerra al rialzo culminata con la cifra record.

Tre caratteristiche particolari. Per cominciare, si tratta dell’unica Ford Escort RS Turbo di prima generazione a essere stata verniciata di colore nero direttamente dalla Casa madre, quando il colore standard - e in realtà l’unico ufficiale - era il bianco. In secondo luogo, al momento dell’asta la vettura aveva percorso solo 40 mila chilometri, relativamente pochi per una vettura di oltre 30 anni. Ma è sul libretto di circolazione che si trova il motivo di tanto interesse: la sua proprietaria, infatti, è stata uno dei personaggi più amati e controversi della storia britannica, la "principessa del popolo" come fu definita nel momento della sua tragica morte. Lady Diana ha infatti usato questa vettura per i suoi spostamenti a Londra nella seconda metà degli anni 80, spesso con il figlio William sul sedile posteriore, anche perché quello del passeggero era sempre occupato da un agente di scorta.

Personalizzata per sicurezza. La scelta del colore nero pare sia stata motivata con la necessità di una maggiore discrezione, anche perché Lady Diana, evidentemente una fedelissima del modello, aveva posseduto in passato una 1.6 cabriolet rossa, opzione troppo pericolosa per un membro della famiglia reale. Sempre per ragioni di sicurezza, è stata dotata di un secondo specchietto retrovisore per l’agente e una radio nascosta nel cassetto portaoggetti. La Escort RS Turbo è stata ampiamente fotografata con la principessa al volante, diventando uno dei mezzi di trasporto più associati alla principessa, assieme all’Audi 80 cabriolet della prima metà degli anni 90, ed è stata utilizzata fino a maggio 1988, quando fu restituita alla Ford Motor Company con soli 11 mila chilometri. Pare che, in seguito, la vettura sia stata messa a disposizione della moglie di un dirigente della Casa americana per poi essere vinta da una certa Miss Jones dell'Essex a un concorso di una radio e, infine, accolta in una collezione di Ford RS. Dopo il clamoroso risultato dell’asta è legittimo porsi la domanda se questa Ford Escort RS Turbo valga effettivamente tutti quei soldi, anche tenendo in considerazione l’unicità dell’esemplare e il prestigio della sua prima proprietaria. Difficile dare una risposta: certo è che, alle aste, è un attimo perdere il controllo.